A Gallarate, uno spazio per i graffittari

Dare ai writer dei muri su quali disegnare. Sperando che in questo modo eviti di “colpire” in centro. La proposta, dopo le lamentele dei commercianti del centro, arriva dal capogruppo di Sel . Ma chi è del mestiere dice: «non è detto che funzioni».

A parlare è , in arte Refreshink, street-artist 43enne originario di Arona ma molto attivo in provincia di Varese. Sia nel capoluogo che a Sesto Calende, dove vent’anni fa ha realizzato una hall of fame. Ovvero, per chi mastica poco di hip-hop, un muro con le opere di diversi writer.

«Il discorso è molto delicato», spiega, «diciamo intanto che una cosa è il vandalismo, un’altra è fare graffiti, un modo per esprimere il proprio messaggio». Una distinzione importante per evitare «di fare di ogni erba un fascio». A limitarsi a taggare, ovvero a vergare quelle firme che tanto infastidiscono i commercianti del centro «sono soprattutto i più giovani».

Può essere che crescendo, magari incentivati da uno spazio sul quale disegnare legalmente, decida di rinunciare agli atti vandalici per concentrarsi su quelli artistici. Ma non c’è nessun automatismo. Soprattutto, è impossibile verificare: «non è che quando uno fa un muro legale usa la stessa firma di quando fa qualcosa di illegale».

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