Ancora allarme Pedemontana Stop del Cipe. Servono i soldi

Pedemontana, è di nuovo allarme: il Cipe non vuole anticipare i rimborsi della defiscalizzazione. Maroni spera in un accordo, perché «abbiamo bisogno dei soldi subito», mentre Legambiente invoca un’«uscita strategica» per evitare che l’autostrada diventi la Salerno-Reggio Calabria del Nord.

Dopo le rassicurazioni dei giorni scorsi, parole del ministro delle Infrastrutture , sullo «sblocco» della defiscalizzazione al Cipe, da convocare entro la prossima settimana, si scopre che la vicenda è tutt’altro che risolta.

A svelarlo è il responsabile trasporti di Legambiente : «Il Cipe non ha approvato ma solo rinviato la defiscalizzazione di 480 milioni, chiedendo condizioni stringenti al concessionario».

Ieri a Varese il governatore ha confermato che il problema c’è, e rischia di rappresentare un ulteriore bastone tra le ruote per la già traballante realizzazione dell’autostrada Busto-Dalmine. «Ho parlato con Lupi e il Cipe ci sarà probabilmente mercoledì prossimo – spiega Maroni – La defiscalizzazione doveva già essere approvata il 19 aprile ma è stato rinviato tutto perché c’erano richieste assurde da parte del Ministero dell’economia e delle finanze, che l’avrebbe concessa ma in modo assolutamente inutile, solo quando sarà completata l’opera, che è come dire “arrivederci e grazie”».

«È vero che la defiscalizzazione è per tutta l’opera, però deve essere erogata per le singole tratte e non alla fine, dato che è una sorta di rimborso di soldi anticipati, se no è come non averli».

Così si è preferito prendere tempo, nella speranza di riuscire ad ammorbidire il muro dei due ministeri.

«Noi come Regione dovremo portare un accordo aggiuntivo sui cui contenuti stiamo negoziando con il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e soprattutto con il ministero dell’Economia e delle finanze. Speriamo bene – prosegue il governatore – Il 19 si è contestata questa posizione e si è rinviato il Cipe per trovare un accordo. Noi abbiamo bisogno i soldi subito, altrimenti non serve, per le tratte B1, B2 e C».

L’opera infatti è già finanziata e quasi realizzata e pronta per essere inaugurata sulla tratta A dalla A8 alla A9 (Cassano Magnago-Lomazzo), mentre le problematiche finanziarie emerse negli ultimi mesi hanno rallentato le operazioni per le tratte successive, tra cui la B1 che è decisiva per Expo in quanto connette la nuova autostrada con la Milano-Meda a Lentate sul Seveso.

Rispetto alle rassicurazioni del ministro Lupi sul completamento di tutta la Pedemontana entro il 2017, il governatore lombardo ha ammesso che l’ultima tratta verso Dalmine «è prevista tra il 2017 e il 2020». Per arrivare a quel punto serve però che il Cipe conceda subito la defiscalizzazione alle condizioni che Cal, il Concessionario autostrade lombarde, proporrà la settimana prossima.

«Ma il Cipe – fa sapere Dario Balotta di Legambiente Lombardia – ha preso atto del duro commento del Nars, l’organismo tecnico del ministero, che contesta molte delle richieste di Pedemontana, impone condizioni stringenti per la defiscalizzazione e richiede modifiche radicali al piano finanziario proposto per l’infrastruttura. Le richieste di Pedemontana non sono dovute ma sono da ritenersi richieste di un soggetto privato che non ha rispettato i propri impegni, ed è giusto che l’autorità pubblica tuteli l’interesse generale visto che da due anni sostiene l’opera all’80%, coprendo i mancati investimenti privati dei soci, Serravalle e banche».

Mancano infatti all’appello circa 270 milioni di euro: ecco perché la boccata d’ossigeno del Cipe è più che mai necessaria.

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