Arresti-Expo, la ragnatela di Frigerio Puntava anche sulla sanità di Varese

Tangentopoli-bis, la ragnatela di aveva provato a intrufolarsi anche nella sanità della provincia di Varese. Invano: nessuno dei nostri manager è tra gli indagati.

Il gip di Milano , nell’ordinanza che ha portato a sette arresti (tra cui quello di ) per la “Tangentopoli Expo”, sottolinea che «è emerso un elevato numero di contatti, per un totale di 2.770 telefonate, tra utenze riferibili all’associazione (la Tommaso Moro di Frigerio, ndr) ed utenze riferibili ad aziende ospedaliere della Lombardia per il periodo dal gennaio 2012 al giugno 2013 a dimostrazione dell’operatività ramificata dell’associazione criminosa su tutto il mondo ospedaliero della Lombardia e con picchi rilevanti di contatti riferiti» a dieci aziende ospedaliere, tra cui la “Fondazione Macchi di Varese”.

L’obiettivo di Frigerio, “delegato alla sanità” dell’associazione a delinquere secondo il teorema dell’accusa e autore o comunque promotore di quelle telefonate, era di spingere «negli appalti una delle imprese, la Servizi Ospedalieri S.p.a., società controllata da Manutencoop S.p.a. ed appartenente alle cooperative “di area Pd”» scrive il gip, che aggiunge : «Nella prospettiva di mantenere buoni rapporti anche con imprese di riferimento delle Cooperative si attiva a tal fine e “propone” la detta società a dirigenti sanitari affinché la stessa abbia una corsia preferenziale nelle gare pubbliche».

Nelle varie intercettazioni c’è la “crema” della sanità lombarda, da a , ma Frigerio, intercettato, cita, pur non dialogando con loro, anche le tre aziende del Varesotto.

Si legge infatti che «fa il nome della Servizi Ospedalieri anche in vista della fissazione di incontri nel corso dei suoi colloqui con vari direttori generali e direttori amministrativi o funzionari di numerose aziende ospedaliere», con i nomi di , direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera di Circolo, del direttore generale dell’azienda ospedaliera di Gallarate e del direttore generale dell’azienda ospedaliera di Busto Arsizio .

«Ma tutti i direttori generali lombardi erano relatori e invitati ai suoi convegni – sottolinea Armando Gozzini – ne avrà organizzati venti negli ultimi anni e io sarò stato una volta relatore e avrò partecipato tre o quattro volte come spettatore. Mi invita da anni anche alla cena di Natale. Partecipavano tutti perché culturalmente era l’unica associazione che faceva del dibattito medico-scientifico specializzato».

Però, chiarisce Gozzini, «con lui non ho mai parlato di appalti o di gare». In effetti non emergono prove che la “ragnatela” di Frigerio abbia avuto successo, almeno non nel Varesotto.

«Frigerio? L’ho incontrato ai suoi convegni, ma non ho nessuna remora nel dire che con lui non ho avuto nessun rapporto – sottolinea Maria Grazia Colombo, direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera di Varese – organizzava eventi, invitando direttori generali e direttori amministrativi di tutte le aziende lombarde, come fa da una vita. Mi invitava già quando ancora lavoravo al Sacco di Milano».

In quelle occasioni – che erano anche «interessanti e utili, perché ci si incontrava tra direttori e si poteva venire a conoscenza delle novità sulla sanità regionale», conferma Colombo a riprova che si trattasse di «veri convegni, dai contenuti validi» – Frigerio cercava di conoscere gli invitati e di farsi riconoscere. «Era un suo modo di fare – racconta la direttrice – ma al di là di quello non è mai venuto a Varese né mai ha provato a fare richieste di alcun genere».

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