«Bruciare i gay» Video choc di due varesine

Piccole omofobe crescono. A Varese. Un video-choc omofobo girato da due ragazze di Varese fa il giro del web: «I gay? Li facciano a casa loro. Altrimenti se uno viene picchiato o bruciato, gli sta bene». La vicenda scatena domande e perplessità: sono questi gli adolescenti di oggi?

Loro sono due ragazze di Varese, studentesse di età tra i 16 e i 17 anni.

Qualche giorno fa hanno postato sulla loro bacheca Facebook un video, in cui appaiono con i loro volti scoperti senza alcuna remora, e in cui snocciolano una serie di frasi e concetti pesantemente omofobi.

«Io non è che odio i gay, mi danno un po’ fastidio. Non è che facciamo discriminazioni, però…». La premessa è paradossale, perché è seguita da un ragionamento aberrante.

Si inizia con un attacco all’ostentazione dell’omosessualità: «Tu puoi fare il gay e a me non me ne frega se tu sei gay, un animale, una macchina, un cane, puoi fare quello che vuoi. Però dopo che tu cominci a truccarti e metti le foto su Facebook, a fare i video, a metterti in mutande e a ballare, a metterti la molletta, le extension, l’anello e dire che sei una donna su Facebook. Ma neanche in giro puoi. Dopo tu ti lamenti se ti picchiano, ti danno fuoco, ti buttano giù da qualche parte: ma ti sta bene».

Il ragionamento è questo: non sono io omofoba, solo loro che sono dei «gay di m…», come ripetono più volte le ragazze. E il succo del discorso sta in una frase: «Se volete farlo, fatelo a casa vostra, sennò benzina e fuoco».

Subito sulla rete si scatena la bufera. Il video fa il giro degli amici delle due ragazze (una delle due è una piccola opinion leader, visto che in rete risulta “seguita” da più di diecimila persone), ma presto sbarca sui siti dedicati al mondo gay.

Per le due è una pioggia di critiche, accuse di omofobia e intolleranza, anche tanti insulti.

Tra i più duri c’è anche il famoso rapper Fedez: «Generazione omofobe crescono. Due padri in perizoma le avrebbero educate sicuramente meglio dei loro attuali genitori».

Così le due ragazze decidono di accendere ancora una volta la videocamera per postare un messaggio di scuse che assomiglia tanto ad una toppa peggiore del buco. «Non abbiamo detto niente di grave» sostengono, lamentandosi per gli insulti subiti: «Mi avete persino detto che sono più finta di Barbie e Ken». Sulla bacheca di una delle due si spiega: «Il nostro senso non l’avete capito, prima di insultare cercate di capire – scrive – Noi non volevano assolutamente né umiliare né discriminare nessuno. E se avete inteso male ci scusiamo».

Eppure le parole sembravano così chiare, ma soprattutto lasciavano trasparire l’opinione di fondo che queste ragazze hanno dell’omosessualità.

Quello che preoccupa il blog Gayburg è la superficialità culturale e la confusione nei riferimenti che emerge in una ragazza che «si sente ferita nell’orgoglio davanti ad un paragone con Barbie, a fronte di un discorso in cui ha incitato a bruciare vivi i gay».

Tanto che il blog si chiede «se lo Stato avrà la decenza di mandare qualcuno a citofonare a queste due ragazze».

Ora ci si chiede: ma chi sono queste due studentesse della scuola dell’obbligo, e rappresentano davvero il comune sentire diffuso tra i “giovani di oggi” che gli adulti spesso non conoscono, quando non preferiscono far finta di non notare?

Sbirciando nei loro profili sul web, le due ragazze sfoggiano pose alla Belen Rodriguez in abiti molto succinti e “trendy”, tanti cuoricini e dichiarazioni d’amore nei messaggi in slang, passione per la techno e per ask.fm, ma anche un linguaggio spesso scurrile. Sembrano proprio due normali ragazze di oggi.

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