Busto riscopre il suo lato liberty

Primo assaggio ieri pomeriggio del tour attraverso le bellezze architettoniche. Appuntamento con un autobus ogni domenica mattina fino alla fine di Expo

– «La città è un museo a cielo aperto. Grazie al liberty, attrazione turistica da valorizzare». Primo assaggio, ieri pomeriggio, per il Busto Liberty Tour, l’iniziativa che l’agenzia viaggi Morandi Tour, in collaborazione con il Comune di Busto Arsizio, intende proporre per tutto il restante periodo di Expo, per far scoprire le bellezze architettoniche della città. Appuntamento ogni domenica mattina fino al primo novembre.
Un tour in pullman con la formula “hop-on hop-off” tipica degli autobus turistici delle grandi città: si gira per Busto per un paio d’ore, con sette tappe e una guida esperta d’arte () che, accompagnata da un autista in costume d’epoca, mostra le testimonianze liberty più importanti della città.

Nell’elenco ci sono gioielli da scoprire e riscoprire, come il Museo del Tessile, Villa Ottolini Tosi, Villa Tovaglieri, i Molini Marzoli, Palazzo Frangi (in via Mameli), Casa Colombo e Casa Castiglioni. Dietro cui si celano nomi di grandi architetti dell’epoca, come Silvio Gambini e Camillo Crespi Balbi. «È il primo “sightseeing” europeo legato al liberty e all’art nouveau – fa notare , dell’agenzia viaggi Morandi Tour – abbiamo iniziato a Varese, con ottimi riscontri e una clientela anche di respiro internazionale, e ora allarghiamo il progetto a Busto Arsizio, che è un museo a cielo aperto per le testimonianze del periodo tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900».

Sono gli anni in cui il tessuto industriale della città si è sviluppato maggiormente, lasciando segni straordinari: ecco perché questo territorio è un punto di riferimento per il liberty. «È questa la vera identità turistica della nostra provincia – spiega Stefania Morandi – non è solo arte, questi tour fanno emergere lo spirito laborioso del territorio, ed è per questo che hanno così grande successo. Uno spirito non solo legato al passato, ma con lo sguardo al futuro».


Ecco perché il progetto prevede nel 2016 nuovi step, con la possibilità di un tour unico tra Varese e Busto, ma anche Milano. «Anche il Distretto urbano del commercio – spiega il suo vicepresidente – aveva messo il liberty al centro del potenziale di attrattività turistica della città, già dai tempi del primo bando regionale. È una caratteristica distintiva di Busto, su cui il progetto del Duc aveva puntato fin da subito, per rilanciare il commercio in una città dove non ci sono né il mare né il lago». Un’opportunità da sfruttare per portare gente da fuori Busto e generare così indotto per le attività commerciali: «Le bellezze del liberty sono molto ricercate dagli appassionati – sottolinea Collini – oltretutto i luoghi da visitare si trovano tutti nella zona centrale». Ora tocca alla città fare rete per cogliere l’occasione.