Ci si affida anche ai video dell’epoca. E alle tracce che sembravano perdute

Un incidente stradale lascia dei segni sulla strada, un omicidio ne lascia altri. Parola ai periti

Morte di Marisa Maldera: ritrovati filmati e immagini dell’epoca del luogo dove avvenne l’incidente.

Gli agenti della squadra mobile di Varese, guidati dal sostituto procuratore generale di Milano Carmen Manfredda, hanno fatto un lavoro incredibile. Da una fotografia d’archivio, che ritraeva il luogo dell’incidente dove nel febbraio 2003 morì arsa viva, Marisa Maldera, moglie del killer delle mani mozzate Giuseppe Piccolomo (già condannato definitivamente all’ergastolo per un altro omicidio) e oggi indagato per l’omicidio volontario della prima consorte, gli inquirenti hanno identificato un cineoperatore.

Un uomo con una telecamera in mano che, come ogni cronista, stava riprendendo i luoghi di un incidente mortale cruento. Gli inquirenti hanno identificato quell’uomo, oggi deceduto, rintracciandone i familiari. Che avevano conservato quei filmati. Del luogo dell’incidente c’è un ritratto. Il fatto è fondamentale. Le riprese sono state effettuate poche ore dopo il fatto avvenuto alle 2 di mattina. Il luogo dello schianto, così come lo ha definito Piccolomo, è intatto. E gli inquirenti su quelle immagini stanno lavorando senza sosta. Perché una macchina che, come aveva dichiarato all’epoca Piccolomo, sbanda all’improvviso, esce di strada e prende fuoco perché nella carambola una sigaretta cade accidentalmente dentro una tanica di benzina messa sotto il sedile della vittima, lascia dei segni inequivocabili.

Tracce della sbandata. Tracce dell’uscita di strada. Solchi nel terreno mentre l’autista frena disperatamente e sterza per evitare il peggio. Se, invece, una macchina viene posteggiata senza “traumi” sul ciglio della strada e viene data alle fiamme con una donna dentro i segni su asfalto e terreno saranno tutt’altri.

Ed è su questo che gli inquirenti lavorano. Su quelle immagini. Cosa diranno i segni? Piccolomo ha mentito? Oppure è stata detta la verità? Quelle immagini sono determinanti. Altra missione quasi impossibile compiuta dagli inquirenti della Mobile è stata quella di riuscire a recuperare le registrazioni dell’epoca della chiamata al 118 per chiedere soccorso.

L’unico dato certo è che non fu Piccolomo a fare la chiamata. Furono dei testimoni. Testimoni dell’accaduto che sono stati tutti rintracciati dagli inquirenti e già ascoltati, compreso il netturbino che dichiarò di aver visto all’epoca qualcuno fumare accanto all’auto. Il quadro sarebbe quasi completo.