Clerici ha un piede fuori dalla giunta

Ieri giornata di incontri e confronti sul caso dell’assessore ai Lavori Pubblici. Ma la decisione non arriva. Freno sull’uso dei social: a chiederlo è il capo delegazione forzista. Carroccio diviso: cosa farà Fontana?

– Clerici è a un passo dalla porta d’uscita dalla giunta. E starà solo al sindaco , a breve, decidere se “graziarlo” o meno.
La riunione di giunta di ieri è stata infatti quasi “monopolizzata” da quello che è ormai diventato il “caso Clerici”. La posizione dell’assessore di Forza Italia è stata al centro della discussione e, da parte degli assessori leghisti, sarebbe arrivata la richiesta che debba essere lo stesso Clerici a fare un primo passo indistro e dimettersi.
Dopo la seduta, si è svolta un’altra riunione a “porte chiuse” con il sindaco Attilio Fontana e il vicesindaco. I vertici provinciali azzurri hanno ormai “scaricato” ufficialmente l’assessore.
La Lega Nord sarebbe divisa tra chi sta mediando per trovare una soluzione meno traumatica e garantire la continuità amministrativa e chi invece, come detto in riferimento al dibattito in giunta, vuole che l’assessore forzista si dimetta.

In ogni caso, al momento, si sta anche pensando a dei nomi alternativi con cui sostituire l’assessore. L’unica certezza sarebbe quella che, nel caso di ritiro delle deleghe a Clerici, il suo sostituto verrebbe scelto sempre tra gli ex An.
Se Clerici, invece, dovesse essere “graziato”, rimanendo quindi assessore, andrebbe incontro comunque ad una punizione peculiare. Essere “privato” di Facebook. Sembra una battuta, ma non lo è.
Alla fine della riunione di giunta di ieri, il capo delegazione di “Liberi per Varese” ha confermato la richiesta a Clerici di non utilizzare più il social network per comunicare le proprie opinioni politiche. Non solo una punizione, ma anche un modo per evitare, in futuro, altre “gaffe” che metterebbero in imbarazzo l’amministrazione.
Da quest’estate, infatti, l’esponente di Forza Italia si è resto protagonista di numerose dichiarazioni polemiche, che hanno scatenato un “putiferio” sul social network.

Ed è andato incontro anche a due mozioni di sfiducia. Un uso più ponderato di Facebook potrebbe essere la soluzione. Il centrodestra è molto critico nei confronti dell’assessore. La coordinatrice provinciale di Forza Italiaha già dichiarato di aver lasciato la potestà della scelta al sindaco Fontana.
E in generale questa sembra essere la posizione del partito. Anche il capo delegazione di Liberi per Varese Longhini ha sottolineato, dopo la riunione di giunta, come le dichiarazioni su Facebook fossero da evitare.

Il segretario provinciale del Carroccio, , pur rimproverando i termini adottati dall’assessore e sottolineando come la priorità sia l’azione amministrativa della giunta, cerca di gettare acqua sul fuoco.
«Quando un esponente politico fa delle dichiarazioni si assume le proprie responsabilità – dice Bianchi – E la singola opinione è sempre legittima, fino a quando non offende nessuno. Io personalmente non demolisco le idee fino a quando non sono offese per nessuno. Clerici è quindi libero di esprimere le proprie opinioni, all’interno di questi limiti precisi».

E a questo proposito Bianchi spiega: «Avrebbe dovuto usare un tono diverso. Io stesso sono dell’idea che certe prese di posizione sul fascismo oggi appaiono come una caccia alle streghe inutile – entra nel dettaglio – Ma con il tono che ha usato, Clerici rischia di passare dalla parte del torto. Detto questo, non demonizzo le opinioni. E a me interessa solo che la giunta riesca a svolgere il proprio compito amministrativo. Sulla permanenza dell’assessore in giunta decideranno il sindaco e le segreterie cittadine».
E a livello cittadino è il capogruppo di “Liberi per Varese” che tira una “stoccata” a Clerici.
«Un personaggio pubblico non può permettersi di fare dichiarazioni del genere, deve rappresentare tutta la cittadinanza – è la chiara considerazione di Imperatore – Alla base della democrazia c’è il rispetto delle persone e delle idee degli altri. Per quanto riguarda il ritiro delle deleghe, è un problema del sindaco decidere cosa fare».