Duemila fulmini: sì, l’agosto è record

Il sentore di aver vissuto – alle nostre latitudini – un’estate totalmente anomala dal punto di vista meteorologico è diffuso e non abbisogna di dati per essere confortato.

Questi ultimi però giungono in soccorso quando si parla – spesso a sproposito – di record. Ecco: nel definire l’agosto 2014 eccezionale dal punto di vista climatico non c’è alcuna esagerazione. Parola di fulmini.

I numeri sono quelli diffusi dal Cesi, Centro elettrotecnico sperimentale italiano, e dalla sua rete di rilevamento denominata Sirf – Sistema italiano rilevamento fulmini: sulla nostra provincia, nel mese corrente, il numero di saette cadute ha già superato la media di tre volte.

E mancano ancora nove giorni alla fine.

Un rapido raffronto con gli anni scorsi spiega senza fronzoli come qui si sia fatta la “storia”: ad agosto 2013 si sono abbattuti sul Varesotto 369 fulmini, 494 quelli del 2012. Le due stagioni sono da valutare in modo tutto sommato positivo, considerando che la media tra il 2000 e il 2013 è di 764 scariche ogni ottavo mese dell’anno.

E il 2014? Sono 2.037 i fulmini che hanno flagellato il territorio varesino, tre volte in più rispetto a quella che nell’ultimo decennio abbondante si è consolidata come normalità.

Se un’analisi ulteriore dimostra come già il mese di aprile 2014 sia stato particolare – con 198 scariche contro una media di 59 – mentre maggio e giugno siano stati addirittura sotto le previsioni – 109 e 382 contro una rispettiva media di 281 e 428 – il dato riguardante il pieno dell’estate lascia a bocca aperta. Due i giorni che hanno contribuito a formare il record: il 2 agosto ed il 10. Il temporale che ha funestato la notte di san Lorenzo verrà ricordato a lungo per durata e intensità: 3000 le saette che hanno colpito case, alberi e strade, numero che in questo caso tiene conto non solo di Varese ma anche di tutte le Prealpi lombarde.

Se è vero che lamentarsi del maltempo è una pratica diffusa e tutto sommato – visto quanto appena passato – abbastanza giustificabile, c’è chi ha più ragione degli altri perché dai nefasti fenomeni metereologici è stato colpito nel profondo dal punto di vista economico e lavorativo.

È stata un’estate tragica per l’agricoltura varesina: «I danni sono ingenti – confida , direttore di Confagricoltura Varese – Una stima è ancora prematura, anche perché bisognerà valutare le conseguenze nel lungo periodo». Già ora però il bilancio non permette di sorridere: «Il disastro totale riguarda sicuramente la raccolta di foraggio e fieno ed il settore dell’ortofrutta. A luglio l’orzo non si è potuto raccogliere, per il mais aspettiamo e confidiamo nella buona sorte: è vero che normalmente soffre il caldo, ma solo fra 15 giorni si capirà davvero qualcosa».

Male in conseguenza del tempo anche le attività collaterali a quelle dei campi come gli agriturismi: la gente si è rintanata in casa. L’unico aspetto positivo ha riguardato l’assenza di fenomeni distruttivi rispetto al passato, ma è una magra consolazione.

E c’è una beffa ulteriore: «A causa delle carenze della finanza pubblica – conclude il direttore – non ci sarà alcun risarcimento. Ed anche una provincia come la nostra che – a livello economico ed occupazionale – nel settore ha sentito meno di altre la crisi, andrà incontro a seri problemi».

Sulla stessa linea il commento di presidente della Coldiretti Varese: «Il problema è stato quotidiano e non stagionale – spiega – Tanti i giorni di lavoro buttati via che hanno influito sul raccolto. La percezione che si tratti di un’estate eccezionale non ha bisogno di dati: nemmeno le persone molto anziane ricordano un periodo analogo».

E la descrizione del maltolto dal meteo usa parole purtroppo già sentite: «Della pioggia continua ha risentito il taglio del fieno ed anche il frumento, ma i piccoli frutti ancora di più perché sono marciti sulle piante».

Ed i problemi non possono essere spazzati via da pochi giorni di sole: «I campi sono ancora bagnati – chiosa Fiori – è non è ancora possibile accedervi».

Non tutti i record si festeggiano: quello di fulmini è fra questi. Parola di contadino.

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