«Frontalieri da proteggere» Il Pirellone torna alla carica

Frontalieri da tutelare, il Pirellone bussa ancora a Roma: «Regione Lombardia e i Cantoni di frontiera siano parte attiva nelle trattative in corso per gli accordi bilaterali».

C’è ancora una volta l’unanimità del Consiglio regionale sull’ennesima mozione, la terza dall’inizio della legislatura, a tutela dei lavoratori frontalieri. Il documento chiede «urgentemente» alla giunta regionale di «assumere tutte le iniziative opportune e necessarie per la tutela dei lavoratori frontalieri in Svizzera e per lo sviluppo di rapporti economici fondati su cooperazione e reciprocità e sul principio di non discriminazione delle persone». Il problema, come fa notare il sottosegretario regionale, è che «le trattative in corso tra Roma e Berna escludono Regione Lombardia.

È un’anomalia, che impedisce una conclusione veloce della vertenza». E che preoccupa rispetto agli esiti delle trattative: «Se la logica “romana” è la stessa del mancato riconoscimento del trattamento di disoccupazione dell’Inps, pagato dai frontalieri, c’è da preoccuparsi» ammette Parolo. Ora la richiesta forte del Consiglio regionale, ribadita dalla leghista varesina , presidente della commissione speciale per i rapporti con il Canton Ticino: «Già subito dopo il referendum svizzero contro l’immigrazione, quest’aula aveva richiesto che la Regione fosse parte attiva negli accordi e che potessero essere assunte iniziative, come la Zona Economica Speciale, per porre un freno alla delocalizzazione». L’obiettivo dev’essere quello di «mantenere i ristorni o quantomeno pari quote di trasferimenti ai Comuni di confine, e far sì che i frontalieri siano trattati come lavoratori di serie A». Per l’altro varesino(Forza Italia), «la professionalità dei lavoratori frontalieri della provincia di Varese, il 42% della manodopera qualificata che lavora in Ticino, va tutelata. Occorre mettere in campo tutti gli strumenti utili per favorire una soluzione che non porti a discriminare né i lavoratori italiani, né le loro famiglie». Anche il M5S dice sì, pur ricordando conche «gli scandali della malapolitica che succedono qui da noi fanno pensare oltre confine che i soldi dei ristorni vengano usati male», mentre il Pd con invoca «collaborazione transfrontaliera tra le imprese» ma invita anche a «non strumentalizzare».

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