Furti dello spioncino: 30 colpi in una notte

Ondata di effrazioni nei garage di Sesto Calende: decine di serrature forzate tra Oneda e Oriano. Magro il bottino, ma i residenti sono in allarme: «Temiamo che scansionino i documenti della auto»

A Sesto Calende arriva la banda dello spioncino. All’incirca una trentina le villette dei quartieri di Oneda e Oriano visitate dai ladri nella notte fra domenica e lunedì. Dopo altre zone del Varesotto, anche la città sul Ticino è presa di mira dai malviventi che penetrano nei garage delle abitazioni per impossessarsi di beni e per tentare l’accesso nelle abitazioni. Il modus operandi è pressoché lo stesso, anche se le aperture praticate nelle serrande dei box con tenaglie e flessibili sono più piccole: gli squarci premettono di solito di visionare l’interno dei garage e quindi di valutare le merci da prelevare. E all’occorrenza consentono l’apertura della maniglia.

Le vie interessate dai furti o dai tentativi di scasso sono via Legorino, già più volte in passato nel bersaglio dei ladri, via Nocciolino, Nino Bixio, dei Sabbioni e via per Oriano. Magrissimo il bottino delle razzie: un’auto, una Ford Fiesta (anche a Cuvio curiosamente fu rubata un’auto della medesima marca), dieci chili di carne conservata in un congelatore, un cartone di latte, una bottiglia di tè, con le quali i ladri pare abbiano fatto una colazione notturna prima di abbandonarle nei pressi dei garage. Il primo ad accorgersi dei danni e dei tentativi d’accesso nei box è stato un abitante della vicina via Oneda, che ha sentito scattare un allarme e ha chiamato le forze dell’ordine intorno all’1.30.

Ma la maggior parte dei residenti solo il lunedì mattina ha potuto constatare i danneggiamenti. Qualche box, dotato di serrature rinforzate, è stato risparmiato. «Siamo stanchi di questi continui furti, il nostro quartiere è sempre nel mirino» commenta un residente. «Nel 2001 subimmo dei furti, e anche nel 2007» precisa una donna, il cui cane non ha abbaiato. «Questa volta da me non hanno rubato nulla. Altrove pochi spiccioli lasciati in auto, una torcia». Ciò che preoccupa maggiormente gli abitanti del quartiere è l’aver trovato nelle vetture e nei garage i documenti di proprietà dei veicoli disseminati sui sedili, in disordine. Che cosa cercavano i ladri? «Ho sentito dire che con dei piccoli scanner scansionano i documenti» dice un cittadino «per falsificarli o riprodurli».

Anche , da sempre portavoce del quartiere di Oneda, conferma: «Da me questa volta non sono entrati perché avevo rinforzato le serrature, ma hanno tentato di togliere le viti sulla serranda, si vedono i segni della manomissione». I box di quella palazzina permettono l’accesso direttamente in casa. Qualcuno, per timore dei ladri, ha fatto installare delle porte ignifughe pesanti che chiudono i passaggi comunicanti fra i garage e gli appartamenti. Ma ogni volta i ladri cambiano tecnica: nel 2007 penetrarono in casa tagliando le reti sul retro delle abitazioni e forzando le persiane.

Le incursioni di domenica notte comunque fanno pensare a una banda organizzata di disperati, anche a detta delle forze dell’ordine. La gente ha paura, non è tranquilla. Il clima che regna è quello della diffidenza verso tutto ciò che è estraneo. Sperando che i colpi non si ripetano.