Graffiti da una Varese di ottant’anni fa

A Velate un progetto per restaurare la pensilina del tram il manufatto degli anni Trenta. Racconta storie di quotidianità che la città non può lasciar andare

– Ci sono graffiti e graffiti. Ci sono, infatti, gli scarabocchi che deturpano muri e arredi urbani e ci sono quelle tag che diventano storia e raccontano la Varese di una volta. È il caso delle scritte che sono rimaste ancora impresse su quella che fino ai primi anni Trenta era la pensilina della fermata dei tram di Velate.
Le pareti della pensilina, infatti, riportano ancora graffiti fatti dai varesini nel 1931: date che riportano la partenza per il servizio militare dei giovani di una volta, oppure annate con le firme dei coscritti. Anche la street art, quindi, può diventare fonte storica e raccontarci un passato lontano, ricordato solo dai pochi che, ancora in vita, hanno vissuto quel tempo.

Un’immagine d’archivio della tramvia di Luino negli anni ’30

Un’immagine d’archivio della tramvia di Luino negli anni ’30

La pensilina in questione è oggetto di un progetto di recupero e restauro. Vincolata dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, qualche anno fa è entrata a far parte del “luoghi del cuore”, la nota la campagna promossa ogni anno dal Fai.
Così, la delegazione Fai di Varese, insieme al centro culturale di Velate, ha deciso di rimettere in sesto questo pezzo di storia di Varese. «Il 24 agosto 1895 viene inaugurata la linea tramviaria Varese-Prima Cappella con grande partecipazione ed emozione di tutti i varesini –

spiega il notaio , uno dei promotori del progetto di restauro della pensilina – Quando la vettura si mosse il clamore della folla giunse alle stelle. Senza cavalli, quasi per effetto di magia, il mostro correva sui binari».
Al bivio della strada per Velate venne prevista una fermata, con doppio binario, che permetteva l’incrocio tra la vettura che saliva e la vettura che scendeva e, data la frequentazione, venne costruita quella che per noi è oggi la “pensilina del tram”: «Un manufatto tardo eclettico concepito con una sua notevole dignità architettonica per riparare dalle intemperie e dal sole i viaggiatori in attesa». A cavallo tra l’800 e il ’900 il nostro territorio visse un particolare periodo di sviluppo economico e di passione civile. Il Varesotto era meta di “campagna” per i milanesi. Ma era anche meta per turisti inglesi, americani e tedeschi.

Un’immagine d’archivio della stazione dei tram di Cunardo negli anni ’20

Un’immagine d’archivio della stazione dei tram di Cunardo negli anni ’20

(Foto by Carla Tocchetti)

L’esercizio della tramvia venne chiuso il 31 agosto 1953 e da allora la pensilina è stata abbandonata a se stessa e all’incuria: oggi presenta un stabilità compromessa che ne preannuncia la scomparsa.
Per questo, si è deciso di intervenire, per preservarla e renderla nuovamente parte della città, dandole una destinazione. «La restaureremo, conservando le scritte che i varesini avevano fatto a quel tempo sulle pareti, perché raccontano la storia della città. Abbiamo previsto, oltre al recupero delle vecchie panchine, anche una fontanella per l’acqua: siamo esattamente in confine con il Parco del Campo dei Fiori, in una zona avvolta dal verde e frequentata per piacevoli passeggiate. Alla fontanella, passeggiatori e ciclisti potranno dissetarsi all’ombra della pensilina».

La stazione di Varese negli anni ’30

La stazione di Varese negli anni ’30

Ma per fare questo servono circa 30mila euro. Da qui l’appello del Fai di Varese e del centro culturale di Velate: «Varesini, aiutateci a far rivivere questo luogo: basta una piccola donazione da parte di tutti e bene presto vedremo la vecchia fermata del tram rivivere».