I bimbi premiano il loro eroe: Pennac

Al Teatro Sociale di Luino bagno di folla per lo scrittore francese, che ritira il “Chiara” alla carriera. La maglia dei piccoli delle primarie con i suoi “Diritti del lettore”. «Quando scrivo divento una balena»

A festeggiare il Premio alla Carriera tributato dal Premio Chiara allo scrittore , tra istituzioni, bel mondo, insegnanti, scolaresche e semplici curiosi, ieri a Luino c’erano anche loro: i piccolini di una primaria di Cuvio. Elettrizzati all’idea di incontrare il loro eroe, indossavano magliette bianche, dove avevano scritto i celeberrimi “Diritti del Lettore”, forse il messaggio più popolare della narrativa dell’autore francese.
Del resto l’ “eroe” Pennac si è presentato allo storico Teatro Sociale come una star della TV, fendendo le ali del pubblico sotto l’occhio delle telecamere mobili sin dall’ingresso del teatro. Ma sul palco, lo scrittore che ha venduto milioni di copie nel mondo in quarant’anni di carriera, ha conquistato subito il pubblico con un semplice saluto in lingua italiana, omaggio alle sue origini familiari.

Brillante e a suo agio, Pennac ha duettato con il suo intervistatore (il bravissimo corrispondente di Le Monde e Repubblica da Parigi, , suo amico personale, supportato dalla traduttrice ) raccontando la sua duplice esperienza di scrittore e insegnante. Per Pennac scrivere è una vera e propria “questione di appetito”, soggetta ad un ritmo vitale mai costante: «Perchè lo scrivere, il linguaggio, è come un elemento naturale, al pari di terra, acqua o fuoco, nel quale mi immergo come una balena: ingurgito enormi quantità

di plancton per poi espellere ciò che non va bene». Una pratica solitaria ed intimistica che permette di consolidare uno stile molto personale ma che deve essere integrata dall’incontro con la vita, la gente. «Quando sono andato in pensione come insegnante, ho potuto ritrovare il contatto con le persone, con la vita, attraverso il teatro perchè ogni giorno sono su un palco diverso e c’è un pubblico diverso» spiega lo scrittore. Numerose le domande poste dagli studenti perfettamente in linea con la motivazione del riconoscimento: Pennac è stato premiato per aver saputo diffondere con le sue opere la passione per la lettura e l’immagine di un mondo aperto, multietnico, solidale, in cui tutti noi vorremmo abitare. Un mondo in cui ironia e tragedia si incontrano in maniera felice.

Pennac ha ripreso il suo discorso di ringraziamento per la Laurea ad Honorem in Pedagogia conferitagli dall’Università di Bologna: «All’uomo di cultura è demandato il ruolo di capire e condividere un patrimonio di conoscenze che non può restare privato, a beneficio di pochi, ma deve essere trasmesso». Chiarissimo il riferimento al problema dell’ accesso alla conoscenza che investe le masse di migranti che arrivano nei paesi europei. «Lei auspica un mondo multietnico e solidale, lo crede veramente possibile?» lo ha stuzzicato uno studente delle scuole medie superiori. Pennac ha risposto che i media propongono una visione allarmistica, che induce al sentimento – perfettamente comprensibile – della paura del diverso. Tuttavia intensi processi di immigrazione si sono verificati in Francia praticamente ogni decennio del secolo scorso. «Quelle persone hanno fatto la Francia che vediamo oggi: neppure con le emergenze che vediamo di questi tempi si potrà impedire che avvenga di nuovo».