Il Seme diventa albero Ma ha bisogno di tutti noi

La cooperativa cardanese, attiva nell’aiuto di infanti e adolescenti, non ha risorse sufficienti per essere autonoma. La Provincia scende in campo per sostenerla

– «Il Seme è diventato un alberello, ma vuole ancora crescere. E per farlo ha bisogno d’aiuto». È l’appello di Enrico Aspesi, presidente della cooperativa «Il Seme» di Cardano al Campo, che vuole espandersi, e per questo ha bisogno di una mano.
Il progetto della coop cardanese è un nuovo centro riabilitativo semiresidenziale per l’infanzia e l’adolescenza, ma con le proprie risorse riesce a coprire solo una parte delle spese. È partito quindi il progetto «Con

te questo seme diventa grande», che prevede due momenti: giovedì 11 giugno alle 18 nella Casa Paolo VI verrà presentato il progetto alla presenza dei dirigenti della cooperativa, del sinaco Angelo Bellora e del vice presidente della Provincia Giorgio Ginelli, oltre che dei donatori che permettono da anni la realizzazione dei tanti progetti della cooperativa. Domenica 14, invece, ci sarà la posa della prima pietra del centro, in via delle Alpi, un’area concessa dal comune con un atto del 2012.
L’amministrazione provinciale, spiega il presidente Gunnar Vincenzi, «sta dando più supporto possibile. “Il Seme” è una realtà importante ed un punto di riferimento. Non possiamo essere d’aiuto economicamente, ma promuovere il progetto, far conoscere questa realtà».
Oggi «Il Seme» è la prima impresa di Cardano, con centoventi dipendenti, come racconta Enrico Aspesi: «Ci occupiamo di servizi dedicati soprattutto ai disabili, ma non solo. Abbiamo un centro diurno per disabili anche molto gravi, una comunità alloggio. Portiamo avanti il progetto “la mansarda”, in cui un piccolo gruppo di disabili vive in semiautonomia, ci occupiamo di cicli riabilitativi e abbiamo aperto anche un asilo nido, nato per i figli dei nostri dipendenti, ed oggi aperto anche ai bimbi di Cardano e ai figli dei dipendenti di Agusta». Tra le varie proposte, sottolinea Aspesi, «c’è anche un centro riabilitativo semipermanente, che ogni giorno si occupa di circa cinquanta tra bambini e ragazzi che vanno dai 3 ai 18 anni». Ma le richieste sono sempre in aumento: «Abbiamo bisogno del nuovo centro per dare spazio a nuovi progetti e, soprattutto, per azzerare la lista d’attesa, sempre molto lunga».