Il tribunale assolve appieno il malnatese Rasetti: «Dopo sette anni ho ripreso l’onore»

Era tra gli imputati nella maxi inchiesta sugli appalti teleospedale

Fine di un incubo lungo sette anni per il malnatese : nelle ultime ore, infatti, l’ex capo ufficio stampa dell’assessorato alla Sanità di Regione Lombardia, imputato in tribunale a Milano nella maxi inchiesta sugli appalti “teleospedale”, è stato assolto con formula piena in tribunale a Milano.

Rasetti era difeso dall’avvocato . L’inchiesta era nata per fare chiarezza su una serie di gare d’appalto “sospette”, tra cui il progetto “Sistema televisivo outdoor” affidato alla società Multimedia Hospital che avrebbe dovuto portare all’installazione in 26 aziende ospedaliere di un canale TV a circuito chiuso con informazioni sanitarie e pubblicità.

«Come ho scritto su Facebook – ha detto Rasetti – finalmente dopo sette anni un giudice mi ha restituito l’onore, ringrazio gli amici e tutte le persone che hanno sempre creduto in me. Resta certamente un po’ di amarezza – ha aggiunto – che ci sia voluto tanto tempo per una cosa che mi è sembrata palese fin dall’inizio. Dopodiché si ricomincia, ma sono stati sette anni complessi. L’autorità giudiziaria, e ci mancherebbe, fa bene a investigare, fanno il loro lavoro, ma credo, avendo avuto la possibilità in questi anni di frequentare le aule di tribunale, che gli uffici siano sovraccaricati di lavoro. Il problema è la lentezza del sistema: sette anni sono davvero tanti».

Rasetti, già dirigente dell’ospedale Sant’Anna di Como e ora con incarico all’ospedale di Legnano, può mettere alle spalle la brutta disavventura a causa della quale ai tempi perse alcuni treni a partire dalla candidatura a sindaco di Malnate.

Ebbe danni rilevanti anche dal punto di vista professionale visto che era stato inserito nelle liste come idoneo per fare il Direttore generale di un’Azienda ospedaliera. In quei giorni erano in tanti a puntargli il dito contro, ma il tempo è galantuomo. «È inevitabile – ha detto – che quando si è sotto indagine le persone possano dubitare, ma ringrazio chi, e sono stati tanti, non si è fermato al mero momento e che conoscendomi hanno avuto la forza di aspettare».

La sentenza di assoluzione che era già nell’aria lo scorso febbraio e che ora è un fatto ufficiale, ha reso giustizia all’uomo e al professionista, restituendo serenità ai familiari.