In 15 votano il Presidente per noi

Sono 1.009 i grandi elettori del nuovo inquilino del Colle e Varese non sfigura: la pattuglia è nutrita. Amato, Padoan, Mattarella e Violante: ecco chi vince il nostro toto-nomi. Con qualche malumore

Oggi cominceranno le votazioni per eleggere il dodicesimo Presidente della Repubblica della storia italiana. Quest’anno i grandi elettori saranno 1.009 (compreso). Tra questi, una nutrita rappresentanza di varesini.
Saranno, infatti, 15 i grandi elettori provenienti dalla nostra provincia. I tre “prescelti” dal Pirellone per rappresentare l’intera Lombardia al voto sono varesini: il governatore lombardo, , il presidente del Consiglio regionale, , e il consigliere regionale del Pd, Gli altri sono parlamentari: (Movimento 5Stelle); e (Movimento X); (Scalta Civica), , e (Lega Nord); , , , ed (Pd).

Il nostro territorio avrà quindi un ruolo importante all’interno di “questa partita” che porterà alla nomina del futuro inquilino del “Colle”.
Per Petraroli, il prossimo presidente della Repubblica dovrà essere un tecnico. Secondo Senaldi, D’adda e Bignami il Paese ha bisogno di una figura super partes che arrivi dal mondo della politica.
«Sono certo che il prossimo presidente sarà di basso profilo, così come lo è stato Napolitano – commenta il deputato pentastellato –

Sicuramente sarà un garante dei partiti». I nomi che secondo i grandi elettori varesini sono più quotati di altri, a prescindere dalle personali preferenze, sono quelli di Amato, Mattarella, Padoan, Violante e Bersani, new entry che sta mettendo in crisi il Partito Democratico ma che sembrerebbe trovare il favore dei grillini.
«Dovrà essere una persona in grado di accompagnare e portare a termine il processo avviato delle riforme – spiega Senaldi – Il Presidente della Repubblica non può essere all’inizio una persona che piace all’opinione pubblica». La pensa diversamente la senatrice D’Adda che ritiene che il futuro inquilino del Colle dovrà rappresentare gli italiani e ispirare loro fiducia. «Il puzzle al momento è ancora abbastanza complicato – continua D’Adda – ma i tessitori sono all’opera».

D’Adda ritiene che serva una figura competente, autonoma, integerrima e che abbia conoscibilità a livello internazionale.
«Nessuna delle figure in campo ha tutti questi requisiti, ma alcuni di questi si possono costruire nel tempo. Inoltre, credo che la nostra società sia pronta per avere un Presidente della Repubblica donna, ma il Palazzo è ancora un po’ conservatore e non si sono voluti trovare nomi di donne, a parte un paio, che potessero candidarsi a ricoprire questo ruolo. Donne capaci e competenti ce ne sono. Se non sarà per questo mandato, credo che per il prossimo potremo avere un presidente donna».
Bignami è certa di una cosa: Movimento X non voterà per la Bonino. «Non possiamo permettere che il prossimo presidente sia una donna anti abortista. Come movimento lavoreremo in squadra perché vogliamo un presidente al di sopra delle parti». Quali parti? «Qualunque parte si formi. Non solo quella di Renzi. Il mandato del Presidente della Repubblica durerà sette anni e Renzi mi auguro molto meno. Vorremmo una persona in grado di dire no alle cose che non sono democratiche e giuste».
Così, oggi prendono il via le votazioni, La Costituzione prevede che nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l’elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell’Assemblea.
Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea. Non c’è una prassi certa sulla cadenza delle votazioni; la seduta comune è considerata un’unica seduta anche se si sviluppa in più giorni. Per consuetudine voteranno prima tutti i senatori, poi i deputati e quindi i delegati regionali. La “chiama” dei grandi elettori sarà ripetuta due volte.

Ognuno, per assicurare la segretezza del voto, entrerà nelle cabine poste sotto il banco della presidenza e scriverà il nome del candidato che intende votare nella scheda che gli viene consegnata dal commesso e che è timbrata e firmata dal segretario generale di Montecitorio.
Quindi, uscito dalla cabina, l’elettore depositerà la scheda, ripiegata in quattro, nell’urna di vimini e raso verde, ribattezzata “l’insalatiera”, davanti alla quale c’è un segretario di presidenza.
Lo spoglio è fatto dal presidente della Camera, che legge in Aula i nomi dei candidati uno ad uno ad alta voce. Il conto delle schede viene tenuto dai funzionari della Camera e dai componenti dell’ufficio di presidenza di Montecitorio, che si assumono il compito di scrutatori.