Invalido e disoccupato dal 2008 «Cerco un lavoro… purché in nero»

«Cercasi lavoro di ogni genere, purché sia in nero!». “Mario” ha iniziato ad appendere questi cartelli per la città come una provocazione e per cercare di reagire alla disperazione di non trovare lavoro, nonostante le tante promesse.

«Ho sempre lavorato come meccanico – spiega – poi, qualche anno fa, ho avuto un incidente in moto, molto grave. Sono vivo quasi per miracolo».

Da quell’incidente, Mario ha iniziato ad avere seri problemi di salute: dopo qualche settimana di coma, si è risvegliato con importanti disfunzioni all’apparato audiovestibolare.

Alla fine, dopo anni di cure e diverse operazioni chirurgiche, si è dovuto rassegnare a convivere con problemi di udito e di equilibrio.

«Ho imparato a cavarmela lo stesso – racconta – ho anche provato, per qualche tempo, a continuare con il mio lavoro come se niente fosse. Ma la fatica era tanta, e i rischi troppi. Mi hanno detto che chiedendo l’invalidità e iscrivendomi al collocamento mirato per disabili avrei trovato lavoro facilmente».

Mario è stanco, e decide di provare. Abbandona l’officina dove ha lavorato per tanti anni, e si iscrive alle liste speciali.

Il risultato è quantomeno deludente: «Dal 2008 non ho un lavoro. Capita che qualcuno mi prenda, ma dopo poco tempo mi lasciano a casa, perché hanno paura che i miei problemi di equilibrio possano diventare un pericolo. Io ho imparato a gestire la cosa, ma i datori di lavoro non mi credono».

Mario non si perde d’animo, e lancia la provocazione della ricerca di un lavoro in nero perché, dice, «almeno così nessuno guarderà la pratica dell’Inps, mi pagheranno solo per quello che faccio e per come lo faccio. Mi sono pentito di aver chiesto l’invalidità, ho anche scritto all’Inps perché me la tolgano».

Una richiesta impossibile da accontentare, ma a cui l’uomo non intende rinunciare.

Perché il riconoscimento dell’invalidità, per Mario, più che un diritto conquistato è stato l’inizio dei problemi peggiori: niente lavoro significa niente indipendenza, e ora per lui la strada è tracciata.

«Ho riconsegnato anche la scheda elettorale, rispedendola al ministero dell’Interno. Perché questo Stato, invece di tutelarmi in un momento di difficoltà, mi ha illuso e poi abbandonato».

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