La cittadinanza negata «Qui si giura in italiano»

Il sindaco leghista di Cairate rimbalza un’indiana che non conosce la lingua: «Razzismo? No, rispetto delle norme». Verso la battaglia legale

– Non parla italiano: con questa motivazione il sindaco ha negato la cittadinanza a , 56enne di origine indiana. La signora si è rivolta a un avvocato e ora minaccia di denunciare il primo cittadino.
La vicenda ha avuto inizio quasi sei mesi fa, quando la donna ha ottenuto il decreto del presidente della Repubblica che le conferiva la cittadinanza italiana. Per completare l’iter, però, occorre giurare fedeltà alla Costituzione. Ed è qui che sono iniziati i problemi.

«Due mesi fa la signora si è recata allo sportello anagrafe per prenotare il giuramento – spiega il primo cittadino – Le impiegate hanno chiarito che la norma dice che bisogna saper parlare in maniera appena sufficiente l’italiano». Nel senso che «se giuri sulla Costituzione, devi saperla leggere».
Il fatto è che all’anagrafe «la signora si è presentata insieme alla figlia, che traduceva per conto suo». E proprio per questo si è iscritta ad un corso di italiano.

/>«Lunedì della scorsa settimana ha chiesto un appuntamento con me. L’ho ricevuta due giorni dopo». Nell’ufficio del sindaco la signora «si è presentata con la figlia ed il genero». Ed ha rinnovato la sua richiesta di poter completare il percorso per diventare cittadina del Belpaese. «In maniera serena e cordiale, le ho detto che se non parla l’italiano non posso farla giurare».
Il fatto è che dopo due mesi di corso «la signora parla un italiano stentato: così non possiamo procedere. E la figlia non può fare da traduttrice». Alla fine dell’incontro «le ho detto di impratichirsi con la lingua e che, non appena sarà in grado di recitare la formula di rito, non ci saranno problemi».

Il fatto è che dopo il decreto del Quirinale, l’aspirante cittadino italiano ha tempo sei mesi per giurare di fronte al sindaco del Comune di residenza. E il semestre della signora Rani Puspha scade domenica prossima. Se insomma non giurerà entro l’8 marzo, dovrà ricominciare l’iter.
Per questo si è rivolta ad un avvocato che ha già inviato una comunicazione al sindaco. Dicendogli che non spetta a lui valutare la conoscenza dell’italiano della signora. E che se non la lascerà giurare sulla Costituzione, farà partire una richiesta di risarcimento danni. E una denuncia per rifiuto d’atti d’ufficio.
«Credo che la strategia sia quella di buttarla sul piano mediatico, cavalcando l’onda del sindaco leghista e quindi razzista», ribatte Mazzucchelli, militante del Carroccio. Che da questo punto di vista si dice sereno: «Il problema non si pone. Parlano chiaro le decine di cittadinanze conferite negli anni».
Due solo nei prossimi giorni, una un paio di settimane fa «con una festicciola finale» per un pakistano divenuto cittadino italiano. Nonostante la lettera dell’avvocato, dunque, il sindaco rimane inflessibile: «Io sono qui per far rispettare le norme».