La mafia è a casa nostra Uno scenario inquietante

Uno scenario inquietante a livello lombardo, analizzato da Libera -Associazioni, Nomi e Numeri contro le Mafie, documenta che la criminalità organizzata ed in particolare la ‘ndrangheta, è un presenza radicata e diffusa anche nel Varesotto.

Il quadro preciso emerse già all’interno dell’inchiesta denominata «Infinito» all’indomani dello storico maxiblitz del 13 luglio 2010, che si concluse con 304 arresti e 55 perquisizioni fra Lombardia e Calabria. Anni di indagini e processi permisero di sollevare il velo su oltre 40 summit mafiosi organizzati nel giro di due anni, più di 500 affiliati infiltrati in tutta la regione, 15 locali appartenenti alla ’ndrangheta, e di sequestrare un vero tesoro in beni del valore di 60 milioni di euro. «Questo è solo l’inizio» disse , la pm titolare delle indagini.

Cronache nere

Secondo la mappatura dei beni sequestrati, a Varese la n’drangheta è al primo posto, seguita da Cosa Nostra e dalla camorra; ad essa sono riconducibili reati collegati a grande giro di danaro: estorsioni, riciclaggio, gioco d’azzardo, usura, racket, appalti e subappalti illegali. Tuttavia nel tempo sul territorio sono attecchite anche altre organizzazioni di stampo mafioso, con origini e specializzazioni differenti. Sono la mafia albanese, kosovara e montenegrina, dedite allo sfruttamento della prostituzione e al traffico di stupefacenti in accordo con la criminalità organizzata italiana; la criminalità russa che investe ingenti risorse finanziarie nei settori immobiliari e nell’attività turistica; quella cinese che fa affari con la camorra nel settore della contraffazione.

Le cronache del Varesotto nell’ultimo decennio riportano una ampia fenomenologia delle attività della malavita organizzata. I dati fanno riferimento alla provincia di Varese e zone limitrofe: dal 2004 sono stati registrati ben otto omicidi di stampo mafioso, tra cui due a Ferno, e gli altri tra Vizzola Ticino, San Vittore Olona, Gallarate, Bienate di Magnago e San Giorgio su Legnano. A Lonate Pozzolo va il triste primato di atti di intimidazione a scopo estorsivo (un ferimento e due incendi) e arresti per traffico di droga, individuato anche sull’asse Legnano-Lonate. Traffici di stupefacenti anche a Malnate e summit di mafia albanese a Induno Olona; non mancano i reati ambientali come la maxidiscarica abusiva a Lainate.

Serve prevenire

I referenti di Libera sottolineano: «Siamo consapevoli che per sconfiggere le mafie l’azione repressiva dei Corpi dello Stato è necessaria ma non sufficiente. Gli straordinari successi ottenuti negli ultimi anni dalla magistratura e dalle forze dell’ordine dimostrano che le mafie possono essere colpite, ma per dare un carattere permanente a questi risultati è necessaria la prevenzione. Nelle scuole, nei quartieri, nelle creazioni di prospettive di lavoro per i giovani sta la frontiera più avanzata della prevenzione alle attività mafiose.”n C. Toc.

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