L’appello bipartisan mette d’accordo tutti

Monsignor Pagani, alla benedizione di Palazzo Gilardoni, aveva lanciato la sfida: «Lavorate insieme». Positive le reazioni. Farioli: «È quello che vorremmo fare». Cornacchia: «Discorso che mi ha esaltato»

– Lavoro bipartisan per la città, l’appello di monsignor Pagani mette tutti, o quasi, d’accordo. Un po’ come succede ogni anno con il discorso a reti unificate del presidente della Repubblica.
«Un discorso in linea con i costanti colloqui che abbiamo alla ricerca della valorizzazione della grandezza di Busto Arsizio e del necessario scatto che superi le diatribe quotidiane – commenta il sindaco – una benedizione di chi si mette al servizio del bene comune,

che non ho accolto come strigliata ma piuttosto come iniziativa per sconfiggere quelli dell’opzione zero, che cercano il litigio o la visibilità particolaristica invece del meglio per la città».
Farioli non si tira indietro, anzi: «Tutti si devono mettere in discussione, ma ho l’ambizione di essere l’interprete autentico di questo sforzo». Il presidente del consiglio comunale è entusiasta: «Mi ha esaltato, anche perché l’avevo visto il giorno prima e gli avevo anticipato che l’azione politica del 2015 non sarebbe stata all’altezza della situazione. Mi sono stupito di questa “omelia” che è una sorta di programma di fine consigliatura e anche oltre la consigliatura».
Nel richiamo a non fissarsi sulle tradizioni, Cornacchia intravede un legame con l’attualità politica cittadina: «Ho pensato subito alla fisima, sterile e vacua, delle radici giudaico-cristiane, che ha impedito di approvare all’unanimità lo Statuto comunale, che era stato il frutto di un’alta mediazione».
Per il capogruppo della Lega Nord è stato «un discorso accettabile». Ma l’appello alla condivisione non sarebbe concretamente praticabile fino in fondo: «Noi cerchiamo sempre di collaborare – sostiene Speroni – ma su certi punti le divisioni sono nelle cose, perché i nostri elettori la pensano in maniera diversa da quelli degli altri. E di fronte a certe scelte, soprattutto quando non esiste il meglio ma due opzioni diverse, la mediazione è possibile solo fino ad un certo punto». Il sindaco emerito (Indipendenti di Centro), rivede nelle parole di Pagani «alcune cose che noi diciamo da tempo. La mancanza di una strategia, di una progettualità per tentare di uscire dalle difficoltà. Detto da una voce così autorevole avrà più effetti rispetto all’ultimo dei consiglieri qual è il sottoscritto».

Rossi pone l’accento sul fatto che «in un momento di difficoltà enormi per chi governa, serve grande coesione, fantasia e capacità di cogliere il dettaglio, ma soprattutto rapidità nel risolvere i problemi, mentre abbiamo impiegato un decennio per dare un ricovero ai senzatetto». , consigliere del Pd, interpreta quello del Monsignore come «un monito, a lavorare di più e meglio, lasciando perdere la propaganda che ultimamente sta tornando al centro di certe iniziative strumentali e la paura che si mette in circolazione, per dare risposte più concrete». Nel richiamo a guardare avanti rispetto alla tradizione, Mariani intravede un invito a «non aver paura del diverso, per costruire una società aperta e accogliente, che si sforza di tenere insieme chi ha dei problemi».