«Le riporteremo a casa dalla Siria»

Greta e Vanessa, le rassicurazioni del sottosegretario agli esteri: «Le riporteremo a casa». I servizi segreti all’opera sul campo confermerebbero che le due giovani cooperanti non sono nelle mani dell’Isis (o Is).

Mentre il mondo osserva con orrore in video la fine di , 44 anni, operatore umanitario scozzese, decapitato dallo stesso boia che aveva eseguito la sentenza di morte nei confronti dei giornalisti statunitensi e , si riaccende la preoccupazione per le sorti della varesina e della bergamasca , le due giovani cooperanti italiane di “Progetto Horryaty”, rapite nella zona di Aleppo in Siria ai primi di agosto. «La politica dell’Italia è di riportare a casa tutti gli ostaggi» ribadisce il sottosegretario agli Esteri , dopo che è stato diffuso il video sulla decapitazione del britannico Haines. «Ogni paese è sovrano per quanto riguarda la scelta se trattare o meno» con i rapitori, fa notare il sottosegretario. «La politica dell’Italia è di non abbandonare nessuno» e «prova a fare di tutto», ma utilizzando «mezzi leciti e possibili» nell’ambito del «massimo riserbo».

Insomma, una conferma indiretta che c’è la disponibilità a trattare con i rapitori, mentre invece il Regno Unito, così come gli Stati Uniti, segue quella linea della fermezza – non si tratta con i terroristi e non si pagano riscatti – che peraltro è prevista dagli accordi presi in sede G8. Va ricordato tra l’altro che proprio Haines fu rapito lo scorso anno in Siria insieme ad un altro cooperante italo-svizzero, Federico Motka, liberato lo scorso maggio, a quanto pare dietro il pagamento di un riscatto di sei milioni di euro, stando a quanto rivela il settimanale “Panorama”.

Le parole di Giro rompono un silenzio sulla vicenda che dura ormai da più di un mese: nemmeno le voci riportate dal quotidiano romano “Il Tempo” di un riscatto chiesto per liberare le due ragazze sono mai state confermate o smentite dalla Farnesina. Anche i parlamentari varesini che sono costantemente in contatto con le autorità per seguire la delicata vicenda rispettano la consegna del riserbo, pur confidando nel lavoro dell’Unità di crisi della Farnesina che lascerebbe trasparire prudenti speranze sulla possibilità di liberare le ragazze. «Fa bene chi se ne occupa a chiedere la massima cautela» ammette , deputato del Pd, preoccupato per la «virtuale terza guerra mondiale in corso».

D’altra parte, le dichiarazioni dell’esponente del governo italiano seguono di pochi giorni un’audizione che il direttore del Dis, il Dipartimento informazioni per la sicurezza, l’ambasciatore , ha tenuto di fronte al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Ribadendo che, in una situazione in continua evoluzione sembrerebbe confermato il fatto che Greta e Vanessa non si trovino nelle mani di un gruppo legato all’Isis, o Is, il Califfato autoproclamato da . Le due giovani potrebbero essere rinchiuse tra la Siria e la Turchia, forse nelle mani di jihadisti locali in cerca di soldi. Anche della loro vicenda, e di quella degli altri quattro italiani attualmente sotto sequestro in Siria e Libia, parlerà il premier il prossimo 30 settembre, convocato in audizione al Copasir.

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