’Ndrangheta, i tentacoli sul Luinese

La criminalità organizzata si è infiltrata nel sud del Varesotto, ma si fa sentire anche nell’alta provincia. A Luino, Cittiglio, Leggiuno e Marchirolo beni confiscati alle cosche. «Gli appalti sono i punti a rischio»

I tentacoli della criminalità organizzata sono arrivati, e da un po’ di tempo, anche in provincia di Varese. Non solo nel sud, in area Malpensa soprattutto: e fin qui niente di nuovo. Ma anche nel profondo nord, persino in Valcuvia e nel Luinesi.
A dirlo con chiarezza, è il primo rapporto trimestrale dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata nelle aree settentrionali promossa dall’università degli Studi di Milano e coordinata da Nando dalla Chiesa. Mafia, camorra ma soprattutto ’ndrangheta, sono presenti sul tutto il territorio provinciale ed anche nelle zone del Medio Verbano, del lago Maggiore e della Valcuvia.

Un dato incontrovertibile contenuto nel rapporto è quello dei beni confiscati alla criminalità, in totale 83; nell’elenco dei Comuni spuntano dietro al capoluogo Varese, con ben 42 beni confiscati, anche paesi che mai assoceremmo alla mafia o all’ndrangheta come Luino, Marchirolo e Cittiglio con due beni sottratti ciascuno ed anche Leggiuno con un bene confiscato. La nostra provincia si colloca al terzo posto regionale come numero di beni sottratti alla criminalità organizzata, dietro soltanto Milano e Brescia. Cosa nostra e ’ndrangheta sono le due organizzazioni più forti sul nostro territorio, mentre la camorra è meno presente ma molto attiva nel campo dell’usura.
Nessun omicidio è stato commesso negli ultimi cinque anni, ma tra il 2005 ed il 2006 a Lonate Pozzolo, Cavaria con Premezzo e Ferno ci sono stati assassini di mafia. Dall’analisi dell’Osservatorio, non emergono per fortuna rapporti tra la criminalità organizzata e la politica locale.