Non riesce a dormire e avvelena il cane

Avvelena il pastore tedesco del vicino, con polpette contenenti topicida, perché l’animale disturbava il suo sonno. Protagonista di questo gesto una donna cinquantenne di Varese. La donna é stata denunciata per tentata uccisione di animali.

Pizzicarla, però, non é stato semplice. Infatti, il padrone del pastore tedesco ha trovato il cane sdraiato a terra in fin di vita. Così, lo ha immediatamente portato dal veterinario che ha appurato che il cane aveva ingerito del veleno. Il padrone si è insospettito, avendo trovato nel suo giardino delle polpette, e ha denunciato l’accaduto ai carabinieri che hanno deciso di posizionare nel cortile dell’uomo delle videocamere nascoste.

Le immagini hanno rivelato che durante la notte una donna si era avvicinata alla recinzione, lanciando qualcosa all’interno.

Un maresciallo di turno ha deciso di intervenire immediatamente per evitare che il povero cane mangiasse nuovamente il cibo avvelenato.

Analizzate le polpette il “verdetto” ha confermato la presenza di topicida. Grazie ai fotogrammi della donna immortalata a compiere il gesto, i militari sono risaliti alla responsabile: nella sua abitazione sono stati rinvenuti sia il topicida, che gli abiti da lei indossati la notte prima. Una volta scoperta, la donna si è giustificata dicendo che non voleva ucciderli, ma solo metterli a tacere per qualche ora e poter riposare.

Secondo le denunce raccolte dalle forze dell’ordine, i casi di avvelenamento di animali domestici si aggirano intorno alla decina ogni anno e, nella maggior parte dei casi, il veleno utilizzato è il lumachicida. Ma, le casistiche prese in esame dai veterinari varesini dimostrano che il fenomeno è in aumento. «Nell’ultimo anno – spiega , noto medico veterinario della clinica veterinaria di via Sanvito Silvestro – i casi di avvelenamento sono abbastanza frequenti, ne trattiamo almeno due o tre al mese: non tutti dolosi, ma sono numeri importanti».

Bolla spiega l’esistenza di due categorie di veleni, molto appetibili per i nostri amici a quattro zampe: gli anticoagulanti, che si trovano prevalentemente nelle esce per roditori, e i convulsivanti presenti nel veleno per lumache.

«Nel primo caso si hanno sintomi quali colpi di tosse, sanguinamenti delle gengive e congiuntivi oppure presenza di sangue nelle urine e nelle feci, fino ad emorragie vere e proprie. I veleni per roditori di ultima generazione sono a lento assorbimento».

In caso di ingestione di lumachicidi, invece, i sintomi sono diversi. «Vanno da un leggero tremore iniziale fino alle convulsioni e al coma. Si notano prima le zampette tremare, il cane è agitato, inappetente e fotosensibile alla luce. Per i veleni convulsivanti non esiste un antidoto, si usano dei miorilassanti: sedativi per antagonizzare l’effetto del veleno».

Secondo il veterinario , noto volto della Rai, non è possibile tutelarsi da avvelenamenti dolosi.

«L’unico modo é la prevenzione – spiega – Gli animali domestici sono abitudinari, non appena si nota che l’animale, in una situazione di normalità, ha comportamenti anomali allora bisogna subito ricorrere al veterinario. Attendere 24 ore potrebbe essere letale: 24 ore di un cane non equivalgono a 24 ore di un essere umano. Inoltre, la violenza sugli animali è punibile penalmente e attraverso sanzioni pecuniarie: chi di competenza dovrebbe iniziare ad applicare quanto previsto dalla legge».

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