Nord o Sud? Decide un bicchiere

“Vinca il migliore”: alla Piedigrotta il grande Antonello mette in tavola la sfida tra i migliori vini d’Italia. Il Pinot bianco Plotzner (Alto Adige) o il Jalal dell’Alta Murgia (Puglia)? «Vengo dal Sud ma vivo qui»

VARESE – «La mia famiglia viene dal Sud ma io ho sempre vissuto e lavorato al Nord. Mia moglie Daniela lo stesso. Il piatto principe della mia cucina è la tradizionale e meridionalissima pizza napoletana, trapiantata nel profondo settentrione d’Italia. Comunque la guardi, dovunque la giri, dovunque ti fermi a degustare i suoi piatti e i suoi vini, l’Italia sa esprimere solo eccellenza e qualità. C’era bisogno di una gara Nord contro Sud? Io dico di sì.

Vinca il migliore».
Con queste parole, , ha dato ieri sera alla Piedigrotta il “la” a una competizione fra vini del Nord e quelli del Sud, che hanno accompagnato il solito estroso menu studiato dal talentoso pizzaiolo. Una sinfonia di gusti si è susseguita, scortata dai colori, dai profumi e dai sapori di otto bottiglie pregiate, offerte alla cieca a chi era seduto al tavolo.
Erano proprio gli avventori a dover riconoscere i vini: uno del nord e uno del sud a portata, tutti svelati in fondo alla gustosa cena a base di pizza.

Per l’entrata, Cioffi non ha avuto dubbi, sfornando una illusione (solo ottica però) ai suoi clienti, con le patitine: non i bastoncini originali dell’inconfondibile tubero, ma fatti di pizza con calamari di Manfredonia e maionese di pomodoro giallo. L’abbinamento prevedeva due spumanti metodo classico con 48 mesi di affinamento sui lieviti. Da una parte una bollicina dell’Alto Adige: quella del Praeclarus Cuvée St. Paulus Brut, vigneto San Paolo; dall’altra la Riserva Nobile d’Araprì della Contrada Monsignore di San Severo, in provincia di Foggia.
Sfida avvincente, con complessità strutturale da entrambi le parti. Altro confronto di classe per contendersi il ruolo di miglior accompagnatore di un’altra magia di Cioffi: il cheeseburger di pizza, con hamburger di tonno, maionese di pomodoro e mozzarella di bufala del Gargano.
Sempre dall’Alto Adige arriva il Pinot bianco Plotzner: varietà coltivata già da un secolo sui terreni ai piedi delle rocce calcaree del gruppo della Mendola (500-700 metri sul livello del mare). Mentre dal Sud ecco un bianco biodinamico e cioè il Jalal di Cefalicchio, prodotto a ridosso delle colline dell’Alta Murgia, nell’agro di Canosa di Puglia (250 metri sul livello del mare).

I rossi spuntano insieme ai Pizzaccheri – già il nome è una genialata – con impasto di farina semintegrale e grano saraceno, fondo di patata di Zapponeta e burrata di Andria.
L’Alto Adige si schiera con Lagrein, che ha aromi di frutti di bosco e ciliegia, mentre il sud risponde con un altro biodinamico: il Romanico di Cefalicchio, dai sentori di frutti secchi, spezie e liquirizia. Infine, Antonello Cioffi sfodera due dei dolci simbolo della tradizione napoletana e cioè la pastiera e la sfogliatella che, ovviamente, nel nostro caso sono di pizza (la sfogliatella ha nel cuore cioccolato e rum).
La scelta è difficilissima perché il Gewurztraminer (letteralmente significa «lo speziato di Termeno», sulla Strada del vino in provincia di Bolzano) ha davanti un Koan di Cefalicchio, rosso passito secco, ben equilibrato e ben persistente in bocca.
Chi ha vinto alla fine della gustosa serata? Il nord oppure il sud? Facile: sia l’Alto Adige che la Puglia. Ha ragione Antonello, che aveva iniziato così: «L’Italia sa esprimere solo eccellenza e qualità».