Nozze “a mandorla”. Con un traduttore

Ieri, a Palazzo Estense, è stato celebrato il primo matrimonio dell’anno tra due cinesi. Lo sposo si chiama Hao Dahai, è nato nel 1981, è in Italia da cinque anni ed è un maestro di ginnastica.

La sposa si chiama Lan Jie, classe 1985, è appena tornata dalla Francia dove ha studiato per diventare avvocato e dove ha affinato uno stile impeccabile, da première dame.

I due sono stati uniti in matrimonio dalla consigliera del Pd Luisa Oprandi che avrà sposato più di 20 coppie. «Mi è capitato di sposare africani ed etiopi con abiti tipici. Di avere la partecipazione di un monaco tibetano e di un prete cattolico. E anche di avere come testimoni i figli dei rispettivi sposi. Ma unire in matrimonio due cinesi mai, è stata la prima volta» racconta Oprandi, a sostegno della rarità delle nozze “a mandorla”.

La cerimonia è stata tradotta passo passo da un interprete in quanto i due sposi non avevano abbastanza padronanza della lingua italiana. Curiosità hanno destato i tempi della traduzione: frasi che in italiano sono lunghissime, in cinese sono brevissime e viceversa.

Per non mettere l’interprete in difficoltà, Luisa Oprandi non ha portato la poesia che di solito recita come augurio.

Tanta la gioia degli amici che hanno scattato agli sposi parecchie fotografie, in perfetto stile orientale.

Nel comune di Varese, negli ultimi 15 anni, non saranno più di quattro i matrimoni celebrati tra due cittadini cinesi. Molto più frequenti i matrimoni misti, tra un cittadino cinese e uno italiano.

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