Park alla Prima Cappella sotto inchiesta Attilio Fontana: «Noi siamo sereni»

Parcheggio Prima Cappella: la procura di Varese apre un’inchiesta. Tra le ipotesi di reato formulate dal pubblico ministero, al momento contro ignoti, compaiono reati ambientali quali la distruzione o il deturpamento di bellezze naturali o l’abuso edilizio in aree sottoposte a vincolo paesaggistico oltre all’abuso d’ufficio.

Il pubblico ministero, nella delega d’indagine alla Digos della questura di Varese, chiede anche la verifica della regolarità dei sistemi antisismici presentati nel progetto, oltre a controlli in merito a eventuali conflitti d’interesse tra i proprietari dell’area.

L’indagine prende le mosse, quale atto dovuto, da un esposto presentato a fine dello scorso agosto dall’Associazione Nazionale antiracket e antiusura Sos Italia Libera. Nell’esposto si chiede di eseguire verifiche in merito alla vicenda dell’aggiudicazione alla Finteco srl, la società appaltatrice dei lavori relativi al parcheggio della Prima Cappella.

Nel documento gli autori hanno segnalato «agli uffici di polizia notizie derivate da documentazione pubblica o reperite attraverso internet», così come scritto nelle carte depositate.

Tre sono i capitoli principali su cui poggia l’esposto dell’associazione: la delibera del 25 settembre 2013 del consiglio direttivo del Parco del Campo dei Fiori «che espresse parere positivo alla edificazione del parcheggio all’interno del Parco, con voto unanime nonostante del consiglio facesse parte il proprietario dell’area interessata dai futuri lavori», si legge nell’esposto.

Il secondo punto che si chiede di accertare «la notizia che la società aggiudicataria, secondo la direzione distrettuale antimafia del tribunale di Torino, fosse riconducibile alla famiglia Macrì – già dal 2011 oggetto di indagini sulla criminalità organizzata nell’ambito dell’operazione Minotauro – anche se non giudicata per reati mafiosi».

E infine la «circostanza che il Comune di Varese il 9 agosto 2014 aveva proceduto ad aggiudicare l’affidamento alla società Finteco srl senza attendere una risposta esplicita dalla procura di Milano, sollecitata a produrre elementi certi che potessero escludere connessioni mafiose in capo alla società aggiudicataria», si legge ancora nell’esposto. «La nostra associazione», dice il vice presidente nazionale di Sos Italia Libera, «ha sempre lavorato per promuovere legalità e trasparenza al di fuori di ogni strumentalizzazione politica».

«Ci muoviamo senza clamore, e in molti casi i risultati ottenuti sono stati eclatanti, come quando la nostra associazione è stata ammessa come parte civile, caso unico nella storia giudiziaria, nel processo ad per l’omicidio della gioielliera di Busto Arsizio».

Le ipotesi avanzate sono tutte ancora da verificare; la procura sta operando e al momento non risultano indagati. La reazione del sindaco alla notizia è «di assoluta serenità – commenta il primo cittadino – Siamo certi che nessun illecito è stato commesso. Siamo a completa disposizione dell’autorità giudiziaria, non avendo nulla da temere».

Fontana, quindi, aggiunge: «Singolare è apprendere in questo modo dell’apertura di un’inchiesta giudiziaria. Ne prendiamo atto avendo assoluta fiducia nell’operato della magistratura».

Infine la conclusione: «È chiaro che, altrettanto serenamente, valuteremo il contenuto dell’esposto e di eventuali dichiarazioni. Pronto a presentare denuncia qualora vi fossero ravvisabili gli estremi per il reato di calunnia nei nostri confronti».

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