Processo a suor Maria Angela Farè. Via alle prime schermaglie in aula

Ieri l’udienza con imputata l’ex religiosa accusata di violenza privata e abusi sessuali. La difesa contesta i consulenti come testimoni. La replica: «Eccezioni pretestuose»

Processo a suor , prime schermaglie in aula. Il legale dell’ex religiosa contesta il ruolo dei consulenti della Procura come testimoni, ma soprattutto l’accertamento psichiatrico effettuato «senza contraddittorio». Ma sono solo «eccezioni pretestuose» per la pubblica accusa.

Si è tenuta ieri mattina nell’aula Falcone e Borsellino del Tribunale di Busto Arsizio la seconda udienza del processo che vede imputata l’ex suora di Sant’Edoardo Maria Angela Farè, accusata di violenza privata, abusi sessuali e stalking nei confronti della giovane parrocchiana , che tre anni fa si tolse la vita impiccandosi. Un’udienza tecnica, dedicata all’ammissione dei testi indicati dalle parti. L’avvocato dell’ex suora, , ha sollevato una serie di eccezioni «molto serie».
Innanzitutto, subito è

stato chiesto ai genitori della giovane, che si sono costituiti parte civile nel processo e sono rappresentati dall’avvocato , di uscire dall’aula: in quanto testimoni, non possono assistere alle udienze. Poi Busignani ha contestato tre dei ventuno nomi che compaiono sulla lista dei testi da ascoltare, quelli dei consulenti indicati dalla Procura, le psichiatre e e il perito informatico . «Inammissibili» secondo l’avvocato della difesa, che cita incongruenze nelle date e varie sentenze a riprova della sua tesi. «In assenza di un esame diretto con l’abusata manca il presupposto dell’accertamento» rileva Busignani, sostenendo che «l’accertamento psichiatrico» fatto sull’ex suora, da cui sarebbe emerso un disturbo border line della personalità, sarebbe «un atto inutilizzabile». Le contestazioni vertono sul fatto se le consulenze siano o meno “ripetibili”, quindi se sia corretto che siano state eseguite senza avvisare la controparte e instaurare un contraddittorio tra consulenti di parte. Vale anche per la perizia informatica: l’estrazione dei dati non avrebbe rispettato i criteri previsti dalla legge. A questo punto anche i consulenti, per il legale dell’ex suora, «non possono essere sentiti».

Per il pubblico ministero della Procura di Busto Arsizio , le eccezioni mostrerebbero «un intento dilatorio da parte della difesa, che non si vuole assecondare». Per il pm si tratta di «eccezioni pretestuose». L’accertamento sulla «condizione di inferiorità psicofisica della persona offesa», richiesto dalla Procura, è infatti «fondato su una documentazione copiosissima, che ha consentito di ricostruire la vita intera di Eva Sacconago, perciò è possibile e ripetibile».
Per quel che riguarda la perizia informatica, «l’eccezione sulla violazione della catena di custodia del materiale informatico dovrebbe essere più precisa, visto che non appaiono contestazioni su specifiche alterazioni» dei dati. I rilievi della difesa non sono stati ancora sciolti, visto che il collegio giudicante si è riservato di valutare il corposo incartamento presentato dall’avvocato Busignani.

Il quale però, commentando a freddo, si sarebbe aspettato che «il collegio si riunisse in camera di consiglio per deliberare immediatamente sulle eccezioni». Il processo riprende con due udienze previste per il 12 e il 26 novembre. Ieri è stato fissato un ricco calendario di udienze per i primi mesi del 2015: 7 e 14 gennaio, 4 e 18 marzo, 1 e 8 aprile. Si preannuncia una lunga battaglia processuale.