Radio Padania si spegne Sabotaggio? No, un guasto

Dall’altroieri è muta l’emittente nata dalla storica Radio Varese: c’è chi teme problemi economici. Pinti: «Macché, tecnici al lavoro»

Blackout nei ripetitori, il segnale di Radio Padania Libera scompare dall’etere. «È morta?» ci chiede qualche simpatizzante rimasto senza la sua emittente di fiducia. «Solo un problema tecnico. Lo risolveremo» rassicura, il segretario cittadino del Carroccio di Varese, che con il suo “Rebelot” è una delle voci più popolari della radio leghista. «Non si sente più Radio Padania Libera». Corre la voce in città, visto che in molti “aficionados” dell’emittente della Lega Nord dall’altroieri mattina non hanno più trovato il segnale in autoradio o nella radiolina di casa. «Hanno sabotato i ripetitori» spiegazione circolata nelle bacheche di internet. In realtà il nostro Marco Pinti, una delle voci varesine della radio, ieri era regolarmente sul suo posto di lavoro, per condurre la sua trasmissione “Rebelot”, dalle 16 alle 18,30, tra l’altro con un ospite speciale come il governatore di Regione Lombardia .

«Ha annunciato di aver aiutato una persona in difficoltà, un caso umano di cui ci eravamo occupati – riferisce Pinti al termine della sua diretta – Non gli ho chiesto di lanciare alcun messaggio pro Radio Padania perché non c’è nessun problema di sopravvivenza. Si è solamente verificato un problema tecnico ai ripetitori, che non so sinceramente come spiegare. Ma so che i tecnici sono al lavoro per risolverlo, tutto qua». Tranquilli, del resto è

il messaggio che sta passando da ieri anche sui profili “social” della radio: «Finché siamo senza ripetitori, potete ascoltarci con la radio digitale Dab oppure in streaming sul sito web www.radiopadania.org – spiega il conduttore varesino – e se volete chiamarmi al telefono in diretta posso farvi cinque minuti personalizzati con tanto di musica…». Marco Pinti ci scherza sopra, ma qualche preoccupazione per il destino dell’emittente appare più che legittima, visto che da mesi Radio Padania Libera, dopo il taglio del finanziamento pubblico ai partiti, sta conducendo una massiccia campagna di autosostentamento a suon di spot per le donazioni e di pranzi tra i militanti (di cui uno recentemente anche a Gazzada). «Si combatte per andare avanti, anche perché la radio è uno strumento molto bello e caldo, oltre che molto partecipato dai militanti e simpatizzanti – le rassicurazioni di Marco Pinti – rassicuriamo i nostri fedelissimi che non li lasceremo soli».

Per sostenere l’attività dell’emittente leghista, erede della mitica Radio Varese (fu acquistata nel 1990 da) è stato lanciato anche un abbonamento, in quattro formule, denominate evocativamente “Monviso”, “Venezia”, “Pontida” e “Ruspa”, per donazioni che vanno dalle 30 alle 100 euro a quadrimestre. Agli abbonati sono «riservate» alcune opportunità: a tutti la priorità negli interventi durante i programmi con filo diretto, anche con , oltre all’accredito all’assemblea annuale di Radio Padania, agli abbonati “Venezia”, “Pontida” e “Ruspa” sconti con i partner istituzionali su molti prodotti. Ai “Pontida” e “Ruspa” posti riservati ai tavoli con Matteo Salvini e gli esponenti della Lega Nord alle cene di autofinanziamento di Radio Padania, infine solo per gli abbonati “Ruspa” posti riservati nei grandi eventi organizzati dalla Lega Nord. Insomma, anche Radio Padania cerca di sopravvivere.