Rifiuti abbandonati nelle campagne. Chi è stato?

La denuncia di un cittadino, ma dal Comune fanno sapere: «Difficile trovare i colpevoli»

– Laterizi abbandonati in via delle Querce e, in mezzo alle macerie, alcune lettere. I residenti protestano, i vigili urbani indagano per risalire ai responsabili.
A segnalare l’accaduto alla redazione de La Provincia di Varese è stato , pensionato e agricoltore per passione. L’uomo vive in fondo a via Aleardi, nella campagna dell’ex 336. Ed è un assiduo frequentatore dei boschi che si trovano tra Gallarate, Busto Arsizio e Samarate.

Ed è proprio al confine con la frazione samaratese di Cascina Tangitt che ieri si è imbattuto in una vera e propria discarica abusiva. Laterizi, tubi di plastica, pezzi di metallo sparsi in un mare di sacchi neri.
Uno scenario al quale l’agricoltore è purtroppo abituato. Già un anno e mezzo fa, sempre dalle pagine del nostro giornale, denunciò la presenza di rifiuti abbandonati nei boschi alla periferie sud-est della città dei Due Galli.
L’elemento

che però ieri ha attirato la sua attenzione è rappresentato da una lettera e da un pacco postale, abbandonati insieme al resto dell’immondizia. Con tanto di indirizzo e numero di telefono di un uomo che vive a Busto Arsizio in viale della Repubblica, zona non distante da quella in cui sono stati scaricati i rifiuti.
«Ho chiamato la polizia locale, ho dato loro il mio indirizzo dicendo che sono disponibile ad accompagnarli sul posto», raccontava l’uomo intorno a mezzogiorno. Il fatto è che alle quattro del pomeriggio in via Aleardi ancora non si era visto nessuno: «Ecco come veniamo umiliati nelle nostre denunce».
In realtà una pattuglia in via delle Querce, fanno sapere dal comando di via Ferraris, è arrivata intorno alle 13. Gli agenti sul posto hanno riscontrato diversi episodi di rifiuti abbandonati. E si sono ripromessi di tornare in zona questa mattina “armati” di macchina fotografica.

Obiettivo, documentare il tutto con l’obiettivo per poi far partire multe e denunce.
Un compito più difficile di quanto si possa pensare. «Non avendolo colto in flagranza, la persona il cui indirizzo compare tra i rifiuti, può sempre dire che è stato il vicino», spiega infatti l’assessore all’Ecologia .
Prova ne sia che spesso le multe finiscono per essere annullate da un giudice. Ma almeno non è possibile ripulire? «Dipende da chi è il proprietario del terreno», prosegue l’esponente dell’esecutivo di centrosinistra. Se l’area è comunale, basta una telefonata ad Amsc. Se è di un privato si comincia con una comunicazione. E se la questione non viene risolta, si passa alla diffida. Ma non sempre lo strumento è efficace.
«Diciamo che con un piccolo proprietario è più semplice, ma qui ci sono anche i terreni di Immobiliare Futura (la patrimoniale del gruppo Coop Lombardia, ndr) e di Impregilo». E comunicare con questi “colossi” è più complicato, anche per un Comune.