Riforma della sanità nel caos Ed è braccio di ferro tra Lega e Pdl

Riforma della sanità, prove tecniche di braccio di ferro tra Lega e Forza Italia. «Non abbiamo paura di cambiare, ma occorre dare continuità ai principi del modello lombardo» l’appello del presidente del Consiglio regionale , dopo le anticipazioni sui piani di riforma della sanità lombarda.

Non è la prima volta, e probabilmente non sarà l’ultima, che l’uomo di punta della galassia formigoniana nelle istituzioni regionali entra a gamba tesa sui progetti leghisti tesi a smontare l’eredità del passato. «Non arretreremo – ricorda Cattaneo all’assessore alla Salute – siamo alleati leali, ma mai subalterni alla Lega».

Ieri il governatore ha provato subito a gettare acqua sul fuoco delle polemiche scaturite dal piano di riforma elaborato dal presidente della commissione Sanità, il varesino , accusato dai formigoniani di essere troppo “statalista” e troppo centrato sulle aziende guidate da manager in quota Lega.

«È positivo che ci siano contributi diversi – afferma il governatore – è utile e io stesso sollecito il dibattito, sapendo che la regia la fa la giunta e che entro fine anno sarà definito il nuovo sistema». Maroni però chiarisce anche che «l’obiettivo della riforma è spendere meno e meglio, evitando quelle distorsioni che sono state rilevate anche dalla magistratura, per offrire ai cittadini lombardi il migliore servizio possibile».

Eppure Cattaneo, al convegno sul riordino degli ospedali al Pirellone, ribadisce che la riforma del ’97 «ha funzionato, lo dimostrano i numeri. Bilanci in pareggio, costi in percentuale sul Pil più bassi della media italiana, otto ospedali nuovi e 600 interventi per quattro miliardi e mezzo di investimenti. È falso sostenere che si è investito solo sul privato».

Così per il futuro, secondo Cattaneo, occorre «preservare l’impronta culturale che ha permesso di raggiungere questi importanti risultati» e mantenere «continuità con un modello di eccellenza».

In particolare preme il mantenimento di alcuni principi fondamentali del modello lombardo: «La libertà di scelta del cittadino, il modello di accreditamento che ha permesso di equiparare la sanità pubblica e quella privata e l’universalità delle prestazioni che consente anche a chi non se lo sarebbe potuto permettere di accedere alle migliori strutture».

© riproduzione riservata