Rosita Missoni è Cavaliere del Lavoro

Ieri il presidente della Repubblica Napolitano le ha consegnato il riconoscimento. Cattaneo: «Un esempio da seguire». E Clerici ripensa all’intitolazione del parco...

Cavaliere del Lavoro: un’onorificenza importante, consegnata solo ieri, ma la cui comunicazione era arrivata a poca distanza da due lutti che non hanno piegato , moglie e compagna di lavoro di , morto nel 2013 pochi mesi dopo la scomparsa del figlio Vittorio.
Con il marito, fin dagli anni ’50, Rosita ha fatto crescere la grande griffe che da Sumirago esporta in tutto il mondo il meglio della moda made in Italy.
Il meglio da tutti i punti di vista: qualità, design, ma anche etica del lavoro e capacità di far crescere il territorio, perché uno dei criteri fondamentali che guida ogni anno il Quirinale nella scelta dei 25 Cavalieri del Lavoro è anche una specchiata condotta civile ed etica.

Oltre a versamenti tasse e contributi senza alcuna macchia, i futuri cavalieri devono aver lavorato per riuscire ad elevare le condizioni dei dipendenti. Tutte caratteristiche che la signora Rosita Jeilmini, cresciuta a Golasecca, porta avanti fin dal 1953 quando, dopo il matrimonio, ha fondato con il marito Ottavio quella che in pochi anni è diventata una delle griffe italiane più apprezzate nel mondo, cresciuta anche grazie alla sua intuizione di usare una macchina pensata per cucire scialli nella produzione di vestiti colorati ed eleganti.


Sette donne e diciotto uomini quelli che, ieri mattina, hanno ricevuto l’onorificenza dalle mani del presidente , che ha ricordato come, in una situazione di crisi, questi venticinque imprenditori si siano distinti per essere stati capaci di reagire, creando posti di lavoro con grande spirito etico, contribuendo così ad elevare la fama dell’Italia nel mondo: gli imprenditori premiati, infatti, devono molto del loro successo all’export.
Rosita Jelmini Missoni, commentando la notizia della propria nomina a Cavaliere del Lavoro, ha attribuito il risultato al fatto che «ci siamo sempre dati da fare per creare qualcosa di nuovo e di diverso. Il nostro segreto è stata soprattutto una grande passione: quella che serve ai giovani imprenditori, per renderli in grado di vincere le proprie sfide».
Non si sono fatte attendere le reazioni del mondo politico varesino: dal presidente del Consiglio Regionale , che sul proprio sito web scrive : «Mi ha sempre colpito molto la delicatezza della signora Missoni e la forza sua e di Ottavio, uniti nelle difficoltà, quelle quotidiane e quelle purtroppo più serie e dolorose. Per me un riconoscimento alla famiglia Missoni è motivo di orgoglio, un richiamo a seguire le orme di una tradizione familiare e d’impresa che rappresenta uno dei migliori ‘swing’ per tutti noi che amiamo la Lombardia».
Anche il consigliere regionale (FI) esprime le sue congratulazioni per «un riconoscimento significativo a fronte di un impegno costante, lungo oltre cinquant’anni».

(Pd), parla di «una storia straordinaria, simbolo di creatività e capacità di fare impresa. Un riconoscimento che va ad una famiglia che ha sofferto, ma che è stata capace di portare lustro al paese e al nostro territorio».
Pochi mesi fa, la signora Missoni aveva ricevuto anche la Girometta d’Oro dalle mani del sindaco di Varese, , che si dice «molto contento per il giusto riconoscimento a una famiglia di imprenditori esemplari, capaci e geniali». Dopo il riconoscimento, l’assessore al Verde Pubblico sta prendendo nuovamente in considerazione l’ipotesi di dedicare a Ottavio Missoni il parco di Villa Toeplitz.