«Sapete quanto abbiamo dovuto lottare per quei 600 mila euro ai volontari?»

Il consigliere regionale: «La burocrazia è un freno inimmaginabile. Vorremmo dare a questi uomini quello che chiedono»

«Abbiamo dovuto lottare per assegnare quei 600mila euro ai volontari». , consigliere regionale (Forza Italia) che ha presentato in Commissione Ambiente la manovra che ha permesso di assegnare fondi preziosi mette il dito nella piaga. «Il Corpo dei vigili del fuoco dipende direttamente dal ministero – spiega Marsico – sino a quando una persona non si scontra con questa realtà non può credere alla mole inesorabile di burocrazia che si ritrova davanti anche di fronte a un’operazione

semplice». In questo caso era Regione Lombardia ad voler assegnare 600 mila euro a volontari in capo al Governo, non al direttivo regionale. «È stata una battaglia. Una realtà incredibile». Volendo semplificare di solito si nicchia quando i soldi vengono chiesti, non quando vengono offerti a sostegno di persone e strutture che operano per la tutela del territorio. «Ripeto: sembra incredibile ma è così. Quei 600 mila euro sono stati un gesto concreto, però». E sul fronte istanze presentate dai rappresentanti sindacali dei vigili del fuoco della provincia di Varese per avere colmare il sottorganico e ottenere mezzi operativi moderni Marsico ha un commento amaro: «Questi uomini, questi professionisti straordinari non dovrebbero elemosinare mezzi e uomini, dovrebbe essere ricoperti di tutto ciò che occorre al loro straordinario lavoro nel momento esatto in cui lo chiedono». Anche Marsico spiega: «Una maggiore autonomia a Regione Lombardia consentirebbe di poterli sostenere in modo più concreto. È chiaro che queste istanze sono istanze giuste, nessuno potrebbe non condividerle. Lavoriamo in quella direzione una gestione diretta di questo comparto da parte di Regione Lombardia consentirebbe un intervento diretto. Senza battaglie per poter destinare dei fondi. Istanze giuste che sicuramente condivido io come credo tutti i colleghi del consiglio regionale. Dovrebbero essere messi in condizione di poter ottenere risposte rapide e concrete sulle loro richieste. Al momento attuale anche soltanto l’apparato, il sistema governativo che regola la questione, è di assoluto impedimento».