Una pedalata… sul lago Un miracolo? No, un genio

La Shuttle Bike ieri alla Schiranna ha lasciato tutti a bocca aperta. In sella il fotografo Bortoluzzi, che a giugno la userà per un’impresa

– Alle 10.48 di una domenica quasi estiva, un nuovo mezzo di locomozione solca le acque del lago di Varese, salpato (o varato?) dalla riva di Schiranna tra la meraviglia e la curiosità di canottieri e runner.
È uno strano ibrido, metà mosquito e metà bicicletta, si chiama Shuttle Bike e l’ha prodotta – e brevettata in tutto il mondo – di Vigevano, inventore e imprenditore, testimonianza vivente del talento italiano che le crisi non riescono per fortuna ad ammazzare del tutto.


A bordo dello Shuttle,, fotografo e giramondo per passione – ha percorso negli scorsi anni l’intera Italia e buona parte dell’Europa in Vespa – che partirà il prossimo giugno per un’impresa tra terra e acqua, quasi mille chilometri pedalati su strada e in laghi e fiumi, da Varese alla Camargue.
Alberto si sta allenando da dicembre, finora ha già percorso 1.600 chilometri, ma ieri per la prima volta doveva salire in sella con un’elica al posto delle ruote, testare la Shuttle Bike per conoscerne le doti di stabilità e maneggevolezza, e imparare a memoria le operazioni di montaggio e smontaggio.

«È tutto molto semplice e intuitivo», spiega Roberto Siviero, «l’intero kit è contenuto in uno zaino, pesa 13 chilogrammi e costa 1.200 euro. In dieci minuti la struttura è montata, senza bisogno di chiavi o altri attrezzi. I due galleggianti si gonfiano pedalando, grazie a una speciale pompa, poi si agganciano alla bicicletta tramite una struttura portante in acciaio e appositi morsetti».
«La propulsione è data all’elica dalla pedalata, ed è possibile utilizzare tutti i rapporti del cambio della bicicletta».
I galleggianti, a doppia camera di sicurezza, sono fatti di uno speciale poliuretano che resiste a urti e graffi, e inaffondabili. La “pinna” su cui è inserita l’elica, manovrata dal manubrio, fa da timone al mezzo.
Il varo è cosa fatta, Alberto Bortoluzzi è sospeso tra acqua e cielo e all’apparenza non compie alcuno sforzo, la Shuttle Bike procede sicura sul lago appena increspato, ma il bello verrà quando dovrà affrontare la discesa del fiume Rodano, da Lione a Saintes-Maries-de-la-Mer.

«Farò una gran fatica, la pedalata è fluida ma impegna di più rispetto alla strada, per ritrovare quasi le stesse condizioni climatiche e ambientali del fiume Rodano, compirò parecchi allenamenti lungo il corso del Ticino».
«Una volta partito, spero di mantenere un ruolino di marcia di 80 chilometri al giorno sulla terraferma e 50 sull’acqua. Pedalerò con la Shuttle Bike per circa sette ore quotidiane», dice Bortoluzzi.
Il tour “ciclogalleggiante” prevede la partenza da Varese, l’attraversamento, per circa cinque chilometri, del lago Maggiore, da Laveno a Intra, la scalata del passo del Sempione, «lo scoglio più duro, quasi 41 chilometri di salita ininterrotta», poi la discesa verso Lione e l’“imbarco” sulla Shuttle Bike per la cavalcata sulle onde del Rodano.

«Mi affascina l’idea di raggiungere il mare partendo da una città dell’entroterra, e arrivarci da un fiume in bicicletta mi dà la forza di tentare l’impresa, che potrebbe anche non riuscire. Non sono un atleta, ma un uomo normale di 52 anni, anche se con tanta passione».