Sui treni viaggia la truffa dell’anello: «Sicurezza da garantire»

Pizzicati dalla polfer due ragazzini con 37 gioielli patacca. I varesini: «Ti giri e rubano». Pinti: «La Regione supplisce alle carenze dello Stato». Cosentino: «Controlli a terra»

– Non solo machete, sui treni ormai viaggia di tutto: questa volta tocca a questuanti-truffatori. Due ragazzini con addosso 37 anelli d’oro patacca.
Denunciati dagli agenti della polizia ferroviaria di Varese. «Così non si può andare avanti», commentano i pendolari.
«Tu viaggi in allerta costante che quello che ti chiede la monetina non ti rubi il cellulare in un momento di distrazione». «Tornelli all’ingresso delle stazioni, videocamere sulle carrozze e vigilantes. Questa la nostra proposta», spiega di Orizzonte Ideale.

«A chi viaggia e lavora in treno va garantita sicurezza. Le nostre sono proposte concrete e affatto campate per aria, tanto che , annunciando dal primo settembre la disponibilità di 150 vigilantes in più sulle tratte a maggiore rischio, le sta portando avanti».
E, segretario per Varese della Lega Nord aggiunge: «Ancora una volta è Regione Lombardia a fare ciò che dovrebbe fare lo Stato». Il fatto è accaduto l’altroieri in pieno giorno su un treno Trenord;

i due protagonisti sono una coppia di ragazzi romeni di 24 e 19 anni.
Due dei tanti che utilizzano il treno, regolarmente senza biglietto, per spostarsi di città in città per chiedere l’elemosina.
E non solo, a quanto pare: i 37 anelli da uomo erano dorati e aveva un piccolo marchio in modo da poter essere spacciati per costosi monili in oro. Gli oggetti in tutto e per tutto sono identici a quelli utilizzati per l’ormai celebre truffa dell’anello. Il truffatore lascia cadere l’anello vicino alla vittima, lo raccoglie e chiede alla vittima se gli appartiene.

Quando questa dice no, il truffatore si offre di vendere quel prezioso innegabilmente d’oro per una somma irrisoria. Se l’anello fosse autentico ma trattandosi di una patacca truffa in media tra i 50 e i 100 euro a vittima.
Entrambi sono stati denunciati, ma per due che vengono scoperti quanti riescono a farla franca? «Il problema è ormai strutturale – dice Pinti – La presenza di una microcriminalità pendolare che in treno non soltanto si sposta ma agisce anche è un dato di fatto».
«Un maggior numero di agenti di vigilanza privata a disposizione costituisce un buon deterrente per questo fenomeno. È criminalità modesta, la presenza di una divisa basta da sola come deterrente».
Cosentino aggiunge: «Orizzonte Ideale, dopo aver organizzato due presidi in stazione una a Varese l’altro a Busto per chiedere maggiore sicurezza sui treni, ha depositato una proposta ufficiale indirizzata a Regione Lombardia, a Trenord, al prefetto di Varese e al sindaco di Varese – dice – Proposta in cui parliamo di vigilantes che possono prevenire episodi come quello sventato dalla polizia ferroviaria, episodi che io chiamo crimini vigliacchi perché vanno a colpire le fasce più esposte della popolazione».
«Nello stesso documento chiediamo i tornelli nelle stazioni, le telecamere sulle carrozze. E proponiamo un intervento immediatamente fattibile: il controllo del biglietto del passeggero a terra. Il controllore sulla banchina lascia salire soltanto chi ne ha titolo». Cosentino aggiunge: «Ricordiamoci che queste persone colpiscono in treno, ma dal treno poi scendono. Fermarli subito miglior ebbe la situazione anche nelle città».
Cosentino conclude soddisfatto: «Ci stiamo impegnando in questa battaglia perché la situazione è diventata oggettivamente pericolosa. Ci hanno accusato di farlo strumentalmente. Ma se così fosse stato ci saremmo limitati a dire: mandiamo a casa questi ladri stranieri».