Terza pista a Malpensa, ci risiamo

Il Comitato degli utenti torna a parlare dell’ipotesi di aumentare la superficie dell’aeroporto. «Il progetto va reso più attuale». Modiano: «Programmare la struttura per i prossimi 20 anni»

– Master plan di Malpensa, torna l’ipotesi terza pista. Nell’incontro con il Comitato degli utenti (compagnie aeree, operatori, associazioni) di Malpensa che si è tenuto a fine novembre dell’anno appena concluso, il rappresentante di Sea, project manager del progetto Master plan, ha parlato della revisione del progetto di sviluppo di Malpensa perché sia reso più attuale.
I presupposti su cui si reggeva il vecchio Master plan, bloccato a luglio del 2014, non esistono più. Alitalia ha lasciato l’aeroporto che sta in provincia di Varese e la crisi del trasporto aereo, oltre a quella economico finanziaria, non è stata certo una boutade per il traffico nei cieli. Ma l’ipotesi terza pista rimane in piedi. Sea ha informato che entro l’estate saranno sottoposte all’attenzione di Enac le varie tempistiche del progetto della terza pista.

Nessun arretramento. Approvato il progetto sarà dato il via libera alle pratiche per la richiesta di Valutazione d’impatto ambientale e, solo dopo aver ottenuta la Via, ovviamente, potrà iniziare la realizzazione del progetto. Il presidente Sea , del resto, ha dichiarato anche di recente che l’idea di una terza pista a Malpensa non sarebbe stata scartata.
«Prima di alzare bandiera bianca e rinunciarvi, vogliamo pensarci bene», ha affermato a voce alta all’Infocenter del terminal 1 nel corso dell’audizione

a metà dicembre con la commissione regionale alle Attività produttive, i sindaci e gli operatori (albergatori, parcheggiatori, noleggiatori con conducente) del territorio. Fino a quando potrà reggere Malpensa con due piste è l’interrogativo di Sea. «In 20 anni l’aeroporto si satura se cresciamo del 4,5% l’anno e un’infrastruttura deve programmarsi a 20 anni», la voce del presidente Modiano.
«Il presidente Sea non è il ministro dei Trasporti, ma il gestore pro tempore dell’aeroporto», commenta deciso , referente di Legambiente per la regione Lombardia. «Si pensi a come sviluppare traffico con le due piste attuali visto che Malpensa lavora per il 40 – 50%. L’obiettivo del gestore deve essere quello di portare prima a saturazione l’attuale Malpensa». Il dato di -3,1% di passeggeri realizzato nell’ultimo mese del 2014 a Malpensa (somma dei viaggiatori dei due terminal), rende l’idea del lavoro ancora da compiere. Ma c’è anche il +5% di chiusura dell’intero anno che fa ben sperare il gestore aeroportuale, nonostante un terzo dei 18 milioni e quasi 700 mila passeggeri totalizzati siano clienti di easyJet. Serve una nuova pista per la low cost inglese basata al T2?

«Se Sea vuole fare investimenti pensi piuttosto alle tecnologie, alla qualità dei servizi e alla riduzione delle tariffe aeroportuali così da invogliare un maggior numero di vettori ad utilizzare Malpensa, ora sotto sfruttata», indica Balotta. Anche il Comitato utenti lo pensa chiedendo investimenti mirati per i clienti di Malpensa, cioè per le compagnie aeree. E ricordando che Londra Heathrow, con due piste, conta circa 70 milioni di passeggeri all’anno.
La realizzazione della terza pista è un grande investimento con un impatto importante sul territorio e Sea lo sa bene. Non a caso sta effettuando tutte le analisi del caso, a partire dalle valutazioni sulla crescita nei prossimi anni: quando si creerà un collo di bottiglia nella capacità delle due piste e ne sarà necessaria una terza?