Toh: i giovani snobbano Facebook. Il loro rifugio virtuale è Instagram

Secondo i dati della Polizia Postale il social più noto è considerato roba da vecchi. «Genitori, state attenti: controllate i vostri figli per evitare che si caccino nei guai»

– Il re dei social network è in crisi di popolarità. Almeno tra le nuove generazioni di giovanissimi che popolano il web. Facebook, infatti, per i nativi digitali è un social “per vecchi”.
I social network mainstream come Facebook sono diventati solo segnaposti esistenziali. Pagine in cui bisogna stare per essere trovati e per avere una propria identità riconosciuta all’esterno. In altre parole, sono come un supermercato, un “non-luogo” neutro e anonimo, dov’è possibile incontrare un pò chiunque e con cui è impossibile identificarsi. I nostri ragazzi stanno affollando il servizio di image-sharing (di proprietà di Facebook) Instagram come luogo preferito per condividere online.

Ben altra cosa sono i luoghi a cui i teenager sentono di appartenere. Secondo gli ultimi dati raccolti dalla Polizia Postale, infatti, negli ultimi cinque anni vi è stata una inversione di tendenza che ha portato ad un utilizzo diverso dei social, mirato alla ricerca di una maggiore privacy ed intimità. L’indagine, condotta su 8.650 teenagers, evidenzia come i più giovani stiano infatti migrando verso servizi più di nicchia, come Vine o Snapchat.
I teenager abitano sempre più

nei luoghi digitali, ma ne scelgono di nuovi e utilizzano forme espressive diverse. Li chiamano “finstagrams”. Sono gli account privati dei teenager, con pseudonimi e pochissimi follower. Solo i veri amici, cui mostrarsi rigorosamente senza filtri: foto sfocate o poco lusinghiere, brufoli e rotolini, gaffe, storie di vite banalissime. Quello che in pubblico non posteresti mai. Per i giovanissimi varesini l’incubo è la geolocalizzazione, quindi, preferiscono orientarsi ad app che promettono la privacy. Secret, Whisper, per gossippare nell’anonimato; Snapchat, che elimina i messaggi dopo alcuni secondi; Telegram, criptato.

Ma, non è tutto oro quel che luccica. «Non sempre la segretezza è senza rischi – spiega la Polizia Postale – Uno spazio protetto, dove affrontare i disagi dell’età senza temere di venir giudicati. Purtroppo, rischia di diventare anche un veicolo per bullismo e maldicenze».
E certo, il cyberbullismo non è nato ieri; app gossippare come Secret e Whisper fanno anche leva sull’invidia. «È bene che i genitori imparino a conoscere il mondo “virtuale” dove i propri figli trascorrono gran parte del proprio tempo libero – precisano gli agenti della Polizia Postale – Non si devono far intimidire dalle eventuali accuse del figlio che vive i controlli dei genitori come un’invasione di campo: i nostri adolescenti vanno monitorati anche per come si comportano sul web. Questo è l’unico modo per proteggerli e per evitare che si caccino nei guai o in situazioni di pericolo».