Ucciso da un proiettile in bocca. «Non volevo ammazzare Ermal»

Jasin Sulo, accusato di omicidio: «Il colpo partito per errore mentre pulivo l’arma». A luglio la vittima era finita sui giornali per aver difeso la madre da un’aggressione

«Non volevo uccidere, il colpo è partito per errore mentre stavo maneggiando l’arma». E’ quello che ha raccontat, l’uomo di 30 anni di Locate Varesino, accusato di omicidio volontario per aver ucciso lo scorso 30 dicembre con un colpo di pistola il giovane di 26 anni di Vedano Olona. Giovane poi portato in ospedale a Tradate ormai senza vita. Il racconto è stato fatto davanti al Procuratore di Como, , che ne ha disposto l’arresto

in attesa della convalida.
L’interrogatorio di convalida del fermo davanti al Gip è previsto domani mattina in carcere a Como, ma è probabile che venga confermata la stessa versione fornita al Pm subito dopo i fatti. L’autopsia effettuata sul corpo di Abdushi il 31 dicembre ha confermato che è stato esploso un solo colpo di pistola. Un proiettile, diretto verso il volto, esploso da un revolver Smith&Wesson che ha tranciato la carotide uccidendolo praticamente sul colpo. L’arma è risultata rubata nella zona di Savona (il 28 dicembre ad Alassio) ed è stata ritrovata dai carabinieri della Compagnia di Cantù, che stanno seguendo la vicenda, in una zona boschiva di Mozzate. Motivo per cui Sulo dovrà rispondere, oltre alla pesante accusa di omicidio volontario, anche di ricettazione. Nella vicenda sono coinvolti a vario titolo anche altri due soggetti, entrambi albanesi. In particolare uno dei due, un giovane di Locate Varesino, di 23 anni è finito in manette, mentre l’altro è solo indagato per favoreggiamento. Nessuno dei due, però, deve rispondere dell’omicidio. La Procura ha ascoltato le persone che erano presenti al momento dello sparo e dai primi riscontri non sarebbero emersi elementi contrastanti rispetto alla versione fornita dall’autore degli spari. Gli investigatori stanno cercando di fare luce sulla dinamica sulla base del racconto effettuato dallo sparatore che, pur avendo ammesso le proprie responsabilità, ha detto che non intendeva uccidere nessuno, ma che si è trattato di un fatto accidentale. Gli accertamenti balistici potranno dire qualcosa in più rispetto a come sono andate le cose. Le indagini dovranno fare chiarezza sulla volontarietà del gesto. Per il momento, rispetto al capo d’accusa formulato, quello di omicidio volontario, il movente resta misterioso, anche perché secondo gli elementi raccolti pare non ci fossero situazioni di conflittualità tra i soggetti coinvolti.
La vittima dello sparo, Ermal Abdushi, lo scorso luglio era stato protagonista di un fatto molto singolare. Aveva difeso la madre da un ex compagno un po’ troppo aggressivo, mai rassegnato alla fine della loro relazione, che si era presentato a casa della donna con un coltello, un teaser, ma soprattutto con i nunchaku, la mitica arma usata da Bruce Lee. Il figlio disarmò l’uomo, riportandolo su più miti consigli.