Varesini vecchi e sempre meno. Tanti e giovani gli immigrati

In dieci anni +50% di stranieri. Ma la città perde abitanti, Fontana: «Squilibri e problemi»

La città invecchia e diventa sempre più multietnica: in dieci anni Varese perde duemila residenti ma vede aumentare del 50% la popolazione straniera.
«Lo squilibrio demografico porta problemi. Piazza Repubblica ne è l’emblema» protesta il sindaco, puntando il dito contro le politiche di immigrazione.
Il bilancio demografico del 2014, pubblicato dall’ufficio statistica di Palazzo Estense, racconta come sta cambiando Varese. Al 31 dicembre dell’anno appena concluso, il numero di cittadini residenti si è attestato a quota 80mila e 857 unità. Di cui diecimila e 54 sono di cittadinanza straniera.

Ormai un varesino su otto è straniero: negli ultimi dieci anni sono quasi tremila e 500 i nuovi stranieri che hanno preso la residenza in città, per un aumento del 51,4%.
Se teniamo conto che nello stesso periodo la popolazione complessiva è scesa di circa duemila unità (nel 2005 i residenti erano 82mila e 809), perdendo il 2,4%, ci rendiamo conto di quanto il peso degli stranieri sia diventato rilevante. Erano l’8% nel 2005,

mentre a fine 2014 sono diventati il 12,4% della popolazione cittadina. Crescono soprattutto le donne, un segno di stabilizzazione: se dieci anni fa erano il 7,6% contro l’8,5% degli uomini, oggi il dato si è ribaltato, visto che la popolazione femminile straniera è pari al 12,6%, mentre quella maschile è al 12,2%.
Si avvicina sempre più il record di Gallarate, dove la popolazione straniera ha già superato il 14%.
L’ufficio statistica inoltre fa notare che nell’ultimo decennio «tra gli stranieri sono preponderanti, ed in crescita, coloro che provengono da Paesi a forte pressione migratoria, compresi quelli dell’Est europeo di recente annessione all’Unione Europea».

Ormai si parla del 92,1% del totale, mentre dieci anni fa erano l’85,9%. Per converso il numero di stranieri originari da Paesi sviluppati diminuisce in valore assoluto (da 936 nel 2005 a 796 nel 2014) e si dimezza in percentuale (dal 14,1% al 7,9%). Varese attrae in gran parte cittadini dell’Est europeo, quattro stranieri su dieci: ben duemila e 205 albanesi, 728 ucraini, 599 romeni.
Le altre “colonie” sono quella africana (il 19,7%, tra cui spiccano 506 marocchini e 351 tunisini), quella asiatica (il 18,5%, di cui 525 cingalesi e 399 cinesi, poi filippini e cittadini del Bangladesh) e quella dell’America centro-meridionale (il 14,3%, di cui 444 peruviani e 379 salvadoregni). «Lo squilibrio demografico crea problemi, soprattutto in un momento in cui non c’è grande fame di manodopera» sottolinea il sindaco di Varese Attilio Fontana.
«Però è un tema che in questo Paese non si può affrontare, altrimenti si passa per xenofobi. La realtà però la vediamo nei fatti, perché molti cittadini stranieri si adeguano alle nostre regole e stili di vita ma molti altri non si integrano, e il degrado di Piazza Repubblica ne è un emblema. Senza contare la pressione sui servizi sociali in un momento in cui il governo ci taglia risorse».
Nel frattempo la città invecchia: un varesino su quattro ha più di 65 anni, mentre la popolazione straniera è molto più giovane (il 76% in età da lavoro contro il 62,9% dei cittadini italiani).