«Vogliamo una moschea» Gli islamici si fanno sentire

I musulmani gallaratesi rivendicano uno spazio dove poter pregare. «Chi ha paura di noi significa che non ci conosce: amiamo la pace»

– Moschea a Gallarate: mentre la politica rimane tiepida, i cittadini si dividono e le associazioni aprono a questa possibilità, gli islamici tornano a dire la loro. E spiegano perché è così importante che i musulmani trovino uno spazio per il culto.
«Intanto perché la libertà di religione è garantita dalla Costituzione italiana», afferma , portavoce della comunità senegalese nonché presidente della consulta degli stranieri, «avere un luogo per la preghiera è il minimo, specie fintantoché questo non infastidisce gli altri».

Il fatto è che sono molte le voci contrarie che si sono levate, non solo dalla politica. «A chi ha paura dico che possono averla solo perché non ci conoscono». In Senegal, aggiunge, «il 95% della popolazione è musulmana. Eppure per più di 25 anni abbiamo avuto un presidente cattolico». E a 100 metri dal “Quirinale” di Dakar, la capitale, si trova la cattedrale di Notre Dame des Victoires.
Ma ci sono anche ragioni di sicurezza per volere una moschea a Gallarate.

«Anche al comune ho sempre detto che è meglio che i nostri figli imparino qui la religione, piuttosto che andare a studiarla in Algeria o in Libia». Se vanno all’estero, conclude Ddiaje, «tornano con altre idee». E non è detto, sottinende, che siano tutte legate alla convivenza.
«È importante che la moschea sia nella città dei Due Galli perché la maggioranza dei musulmani di questa zona vive a Gallarate», afferma invece , leader della comunità pakistana, «siamo cittadini gallaratesi e dobbiamo avere uno spazio in cui pregare».

A parlare è un cittadino italiano, che ormai vent’anni fa ha giurato sulla Costituzione. «Ormai da tanto tempo preghiamo su un terreno che ci ha messo a disposizione il comune», un prato all’angolo tra viale Milano e via Pacinotti di fronte al santuario di Madonna in Campagna.
Iqbal non sottovaluta i timori della popolazione. Ma ribatte affermando che «non bisogna avere paura delle religioni, ma del terrorismo». E persone come i responsabili degli attentati di Parigi «pensano al contrario dei musulmani». Del resto, anche questi ultimi sono vittime degli attacchi, come i «138 bambini» uccisi dai talebani a Peshawar, in Pakistan, lo scorso mese di dicembre.
«Ci sono più di mille musulmani che abitano a Gallarate», ricorda il portavoce dei bengalesi Mahabub Alam, «e pregano in strada, con la pioggia e con il sole». Anche per questo, afferma, serve una moschea. Del resto, aggiunge, «esistono in tante città d’Italia e non succede nulla. Il musulmano non è un terrorista, a noi piace la pace. Vivo a Gallarate da 15 anni (e quest’anno dovrebbe ottenere la cittadinanza, ndr) e non ho mai visto alcun tipo di problema». Eppure la strada che porta a un luogo di culto islamico in città è ancora molto lunga.