«Farà freschetto al Sacro Monte ma vi riscalderò io»

L’impareggiabile Giorgio Albertazzi è protagonista questa sera, alle 21, sulla terrazza del Mosè al Sacro Monte.

Il grande performer toscano aprirà l’edizione 2014 del festival di teatro “Tra Sacro e Sacro Monte”, promosso dalla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese.

Albertazzi dà voce alla più profetica opera di Thomas Stearns Eliot, premio Nobel nel 1948.

In scena andrà “La Rocca”, scritta su commissione, e rappresentata nel 1934 allo scopo di raccogliere fondi per la costruzione di nuove chiese nei sobborghi di Londra.

Lo spettacolo sarà accompagnato dal Coro da Camera di Varese diretto da Gabriele Conti.

La voce roca del grande maestro ci concede un’intervista subito dopo l’arrivo a Varese. Ed è emozione e cordialità: «Buonasera è Albertazzi… Il viaggio è andato bene. Da Bologna il tempo cambia proprio, si fa più nordico. Farà freschetto lassù (al Sacro Monte) dovrò portare una maglia».

No, sono stato tante volte a Varese e ne ho sentito parlare, ma non ci sono mai andato. So che esiste ed è bello.

Ne avevo già sentito parlare. È una rassegna seria molto e coerente, senza concedere troppo alle cose facili. Questa è una delle cose difficili. Quella che proporremo questa sera è una sfida anche nei confronti del pubblico.

È un Eliot speciale. Già Eliot di per sé è un grande poeta, il più grande poeta del ‘900, secondo me, certo che “La Rocca” non è una cosa semplice. Potrebbe essere un quinto Vangelo, potrebbe essere l’invocazione della luce: i temi cari a Eliot, quelli dei quartetti e della terra trovata. Tutti sul tema dell’aspettazione, della salvazione, dei rapporti fra la Chiesa e Dio, il potere temporale e la trascendenza. Non è una cosa semplice.

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