Anche Renzi firma l’accordo Whirlpool «Felici, il risultato non era scontato»

A Roma la fine di mesi di trattative. Landini: «Non è il Jobs Act che ha fatto l’accordo». Nessun esubero e niente licenziamenti. Ora si guarda alle 150 assunzioni di Cassinetta

Dopo l’approvazione da parte dei lavoratori, ieri la firma, a Palazzo Chigi, dell’accordo su Whirlpool, alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi, del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, dei rappresentanti sindacali e dell’azienda. Presenti anche il governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, e quello della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
«Un ottimo accordo di cui siamo soddisfatti, consapevoli del buon lavoro svolto partendo da una situazione molto difficile», dichiara Stefania Filetti, segretario generale della Fiom di Varese.


«La firma è un passaggio obbligato, previsto, dopo la decisione presa dai lavoratori che hanno partecipato in massa al referendum approvando l’accordo con oltre l’82% dei sì. Un risultato niente affatto scontato». Da casa Fiom è il numero uno nazionale Maurizio Landini a pungere: «Non è il Jobs act che ha fatto l’accordo. È necessario far ripartire gli investimenti e pensare ai settori strategici per la politica industriale. Oggi celebriamo un accordo  chiuso positivamente ma ci sono ancora molte vertenze aperte come Termini Imerese, Alcoa, Ilva, Fincantieri e Finmeccanica. Se il Governo vuole davvero giocare il suo ruolo, deve rispondere su questo».