Confartigianato, Galli si ricandida. «Il futuro? Rompiamo con il passato»

Il presidente comunicherà la sua decisione al Congresso a Ville Ponti

Sono passati quattro anni dall’elezione di a presidente di Confartigianato Imprese Varese e domenica 14 maggio presenterà la sua candidatura per un nuovo mandato, nel corso del Congresso dell’associazione che si terrà a Ville Ponti.

Tempo di bilanci dunque, ma soprattutto di nuovi progetti per il futuro che, lo stesso Galli, definisce, con coraggio, di rottura: «Un futuro di rottura, come di rottura sarà questo congresso: sancirà la fine di un percorso e l’inizio di una fase nuova. Ce ne fregheremo dei riti, dell’approvazione di quelli a cui abbiamo parlato e che non ci hanno capito o ascoltato, infischiandocene di dire cose nuove o parole chiare. Diremo quello che pensiamo e lo diremo in modo scomodo, schietto e sincero ma mai irrispettoso».

L’associazione varesina, che rappresenta le piccole imprese e il vastissimo mondo dell’artigianato, in questi anni ha presentato molti progetti, lanciato sfide e messaggi importanti «e il nostro sconvolgere schemi e abitudini ci abbia portato a una sempre maggiore autorevolezza e legittimazione nei confronti delle imprese e del territorio – sottolinea Galli – Questa è la rottura. Rompere significa cambiare per diventare l’associazione giusta nel momento giusto».

Certamente cambiare prospettiva non è mai facile «ma chi non è sciocco sa che bisogna proseguire lungo la strada del cambiamento, seguendo un modello che ha dimostrato di funzionare, continuando a porci domande e cercando sempre di dare risposte: da ora in poi sarà tutto più difficile. Cambiare fa paura, rompe gli equilibri e genera scomodità».

Ma il mondo di oggi non è più quello di ieri, non è più quello che c’era prima della crisi che ha abbattuto molti confini: «L’obiettivo ora è sprovincializzare l’orizzonte e rafforzare un modello-Varese da esportare in territori sempre nuovi. Oggi sono molte le micro imprese che non ce la fanno, che galleggiano e che, ad un certo punto, tireranno la riga per limiti di età o perché consapevoli di non aver più nulla da dare. Quando anni fa, quando sentivo dire che un 1/3 delle aziende avrebbe chiuso, non ci credevo. Eppure è accaduto: chi ha saputo cambiare, però, è migliorato».

Ecco perché ora è il momento di cambiare nuovamente anche nella guida delle imprese, dunque come associazione: rompere con il passato per ricominciare dai valori. «La rappresentanza oggi è rappresentazione di valori trasversali, connaturati al sentimento dell’essere imprenditore e del vivere da imprenditore. È questo a unirci oggi, è il condividere il valore della famiglia, dei rapporti con le persone, dell’essere parte di un territorio di cui si cerca di essere attori. Questo ci unisce e questo crea l’humus che ci accomunerà in futuro».

Anche questo rende le imprese artigiane diverse dalla grande industria, dove, secondo Galli «si vive nello stress e nella paura. Pressioni pesantissime, numeri da fare. Lo trovo terribile. Per noi è diverso: io torno a casa, magari tardi e con il pensiero dell’azienda, ma sto con la mia famiglia, vivo la realtà del mio paese, cerco di apprezzare la bellezza del quotidiano. Questa è la vita che può rendere felici e in questa ci riconosciamo».