Dal business plan al Canvas? «Si può»

Dite addio al business plan, quel librone noioso da scrivere e leggere, difficile da modificare. Per passare dall’idea alla sua realizzazione oggi si utilizza il modello economico “Canvas”.

Nei fatti è una modalità semplice e intuitiva che permette di stabilire cosa bisogna fare, come e per quali precisi clienti l’azienda vuole creare valore. Fisicamente è un grande foglio da appendere al muro, diviso in nove blocchi, sul quale si attaccano dei post-it.

Banale? Per nulla. Il metodo viene dall’America ed è stato perfezionato da una community di 470 esperti in 45 paesi del mondo. Lo hanno applicato aziende dai nomi grossi. All’estero valgano i marchi di Ikea e General Electric, in Italia quelli di Nespresso, Poste Italiane, Bottega Verde.

Oggi Confartigianato Varese, attraverso il suo laboratorio di Tradate “Faberlab” – aperto a tutti, non solo ai tesserati dell’associazione – lo propone come strumento per innovare i processi in azienda, o per chi vuole partire da zero con un nuovo business. Il Business model Canvas è stato presentato a sessanta aziende artigiane. Proprio le loro piccole dimensioni consentono infatti di cambiare rapidamente per creare competitività, a detta degli organizzatori della presentazione di giovedì scorso. L’idea è che forse per uscire da questa crisi bisogna soprattutto cambiare il modo di pensare agli affari e all’azienda.

A spiegare il metodo, Giovanni Caruso, consulente delle aziende nei processi di innovazione. «Questo strumento strategico», dice, «è semplice e veloce: servono tre giorni soltanto per visualizzare sul Canvas il nuovo business e iniziare una rivoluzione in azienda o creare qualcosa di nuovo». «Poi bisognerà passare alla sua realizzazione e il vantaggio di un metodo così è che procede per ipotesi», aggiunge Caruso: «Se si verifica ad esempio che un canale distributivo non è nella realtà la strada migliore da seguire si torna alla parete, si combinano in modo diverso i blocchi e si riparte».

Questo modello economico, continua l’esperto, «si basa sul valore che l’azienda può generare. Per il cliente e anche per sé: in tempo di crisi non è più possibile ragionare su un nuovo prodotto, investire per la sua realizzazione e sperare che i clienti arrivino e lo comprino. I tempi sono cambiati, oggi bisogna avere una visione più completa e chiara».

I vantaggi di questo modello economico sono quindi molteplici: il linguaggio è universale, comprensibile a chiunque. Permette all’impresa di creare un forte e duraturo vantaggio competitivo rispetto al mercato, ed è un metodo manageriale per ideare nuovi business e potenziare quelli attuali.

«Nella sua semplicità, il Canvas permette di identificare, disegnare e analizzare qualsiasi idea di business in ogni suo aspetto: identificare i clienti, definire l’offerta che vogliamo consegnare, decidere canali e relazioni, scegliere i processi interni che dobbiamo gestire per costruire la nostra idea e gestire costi e ricavi».

Già, i costi e i ricavi, quelli che in ogni ufficio fidi delle banche vengono richiesti nella forma del business plan. I curiosi artigiani presenti a Tradate si chiedevano se le banche accetteranno mai quel foglio così semplice. «Se la banca lo chiede, il business plan si deve fare», ma ha aggiunto che qualcosa sta cambiando in Italia: «La Camera di Commercio di Milano ha già emesso un bando che prevede la presentazione di questo modello».

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