Design, tecnologia e medicina Così Varese inventa il futuro

Due sensori da attaccare al pancione. Grazie a quei dispositivi lunghi pochi centimetri la mamma in dolce attesa può stare comodamente a casa; il medico, nel pc del suo studio, vede il bambino e – misurati i parametri – le manda un sms con scritto come procede la gravidanza.

Gli arteriosclerotici devono assumere parecchi farmaci e fanno fatica a ricordarseli tutti. Pensate a come potrebbe cambiare la loro vita un erogatore piccolo come una tazzina di caffè che suona quando è ora di prendere la medicina e poi la “inala” nella bocca del paziente, senza irritare l’apparato digerente. E se, nonostante il richiamo sonoro, l’anziano non dovesse prendere il l farmaco? Il medico viene avvertito immediatamente e può intervenire telefonando al paziente o ai famigliari.

Queste sono solo due delle tante proposte ideate dagli studenti del «laboratorio di design medicale e tecnologie emergenti» dell’università Iuav di Venezia. Gli studenti sono seguiti dal professor Medardo Chiapponi, da Maddalena Mometti e dal varesino Andrea Ciotti, progettista dello studio Arcode di Varese, che ha già coinvolto aziende del territorio nella realizzazione di apparecchi di tecnologia “futuristica”. E il suo non è un caso isolato. Perché il design applicato alla medicina è un settore in evoluzione anche nella nostra provincia.

Sono almeno sette le aziende del territorio che si occupano di migliorare gli apparecchi medicali, sia quelli per l’ospedale, sia quelli da usare a domicilio, deospedalizzando i pazienti. Tra queste vi sono la Castaldi Lighting di Cassano Magnago; la B-Ticino per la domotica; la Next Medical per i trapianti e le protesi; la tessitura Caielli per i tessuti sterili; la Plasmore di Ranco per aghi e prelievi; Habitare/Karismedica di Tradate per la fornitura di arredi sanitari e quartieri operatori.

I sistemi testaletto Next del nuovo ospedale del Circolo di Varese sono stati progettati dallo Studio Arcode per Norlight, brand di Castaldi Lighting di Cassano Magnago. Next è stato selezionato nel 2008 al premio Compasso d’Oro Adi e fa parte della collezione storico permanente del design italiano. La loro particolarità è la struttura verticale che consente una migliore installazione negli ambienti, la possibilità di allacciare monitor e altri dispositivi tecnologici dedicati ai pazienti e al personale medico sanitario.

Le parole d’ordine sono «comodità ed efficienza». La sfida è quella di coniugare le tecnologie emergenti – nanotecnologie, sensori, tecnologie digitali e, in generale, tecnologie per il rilevamento, la memorizzazione e la trasmissione di dati a distanza – con il design di apparecchiature e dispositivi destinati all’assistenza e alla cura delle persone, in particolare in ambito domiciliare.

«Solitamente il design viene associato a qualcosa di “futile”, di “estetico”, ma il design serve prima di tutto a rendere gli oggetti e gli apparecchi più utili e funzionali, a migliorare la vita quotidiana» spiega Ciotti.

Insieme ai dispositivi, si studiano anche gli ambienti. L’architetto Emilio Molinaro titolare di Arcode sta collaborando con numerose aziende multinazionali per studiare come rendere più accoglienti ambienti solitamente claustrofobici, quali le sale «bunker per l’alta tecnologia» nella sanità. Realizzazioni basate principalmente sul miglioramento del comfort psicologico percettivo attraverso un attento studio in dettaglio di materiali, finiture e illuminazione.

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