Brutte notizie per l’export della provincia di Varese arrivano dai dati, riguardanti il secondo trimestre 2016, elaborati da Unioncamere Lombardia. Le esportazioni varesine sono in calo del 2.7% in un quadro regionale che fa invece segnare un trend positivo, se confrontato allo stesso periodo dell’anno scorso, pari a + 1.4%, dovuto soprattutto alla crescita di quattro province lombarde: Lodi (+ 14.3%), Milano (+5.6%), Mantova (+4.1%) e Lecco (+1.4%). Tra i territori che vanno peggio purtroppo troviamo invece la provincia di Varese con il suo –
1.7%; un risultato negativo anche se non disastroso come quello di Pavia (- 12%) e in linea con quelli di Como e Monza Brianza che perdono attorno al 2%. Quali sono gli elementi che stanno alla base del brutto risultato dell’export varesino? A trainare verso il basso le esportazioni è soprattutto il dato molto negativo dei mezzi di trasporto, un comparto che perde l’11%; nel secondo trimestre di quest’anno ad andare male sono stati anche altri settori, che hanno segnato contrazioni significative come macchinari e apparecchi ( – 3%), che è la principale tipologia di prodotto esportata dalla nostra provincia. Segno meno nel secondo trimestre 2016 anche per i prodotti chimici, il cui export è calato del 5%; crollo anche per computer, apparecchi elettronici e ottici ( – 12%) e per gli apparecchi elettrici ( – 4%). Per fortuna non tutti i comparti sono andati male; alcuni al contrario, hanno fatto registrare ottime performance sui mercati internazionali, senza però riuscire a controbilanciare i risultati molto negativi di altri settori. Ad andare molto bene sono stati ad esempio i prodotti alimentari varesini che nel secondo trimestre sono cresciuti del 14%, mentre gli articoli in gomma e le materie plastiche del 5%; un vero e proprio boom invece per gli articoli farmaceutici il cui export è cresciuto addirittura del 26%. Bene legno e prodotti in legno (+ 8%), mentre nella categoria “altri prodotti”, che cresce del 9%, vanno bene in particolare forniture mediche e dentistiche mobili. A crescere sono le esportazioni verso i Paesi dell’Unione Europea (+ 4.3%), mentre continua la contrazione dei flussi verso il resto del mondo (- 2.1%). Nella Ue, sono in crescita le esportazioni verso la Spagna (+8.8%), la Germania (+ 4.1%) e la Francia ( +3.5%); registrano rallentamenti invece la Lettonia, la Grecia e il Regno Unito. Il risultato negativo dei Paesi extra Ue è determinato soprattutto dal rallentamento dell’America settentrionale e centromeridionale. In contrazione anche l’export verso il Medio Oriente, la Svizzera e la Russia.