Frontalieri, è svolta. «Basta coi rimpalli risolvete i problemi»

Il deputato del Pd Marantelli entra a gamba tesa. Mozioni per far chiarezza e critiche al Ticino: «Difendiamo e tuteliamo la dignità di chi lavora»

Frontalieri da tutelare, in Parlamento arrivano le mozioni. «La politica risolva i problemi, invece di rimpallarsi responsabilità» il monito del deputato Pd Daniele Marantelli, dopo l’ubriacatura di parole dei giorni scorsi sul tema frontalieri, che ora approda a Montecitorio. Già oggi è previsto un incontro con il viceministro all’economia Luigi Casero. Perché Marantelli chiede «chiarimenti» sulle tante questioni ancora aperte in materia di frontalieri, e si rivolge a muso duro nei confronti della politica del Canton Ticino, per le «decisioni inaccettabili» che discriminano i lavoratori italiani.

«Vogliamo difendere e tutelare il valore del lavoro e la dignità dei lavoratori. In questo caso, quella degli italiani che ogni giorno varcano il confine per andare a prestare la loro opera nel territorio elvetico – esordisce Daniele Marantelli, chiamato ad illustrare la mozione presentata dai parlamentari delle province di confine (tra cui tutti i nostri) – operai, tecnici, medici che contribuiscono in maniera rilevante a creare ricchezza e benessere nei cantoni svizzeri più vicini all’Italia, Grigioni, Vallese e Ticino. L’Italia e la Svizzera hanno uno scambio commerciale superiore a quello che il nostro Paese ha, per esempio, con un gigante come l’India. Per questa ragione, siamo interessati a rafforzare i legami economici e sociali con la Svizzera e a migliorare sempre più le relazioni politiche, culturali e ambientali».

Per farlo si è arrivati a un accordo che «non è segreto», ricorda Marantelli, e nel quale «il tema dei frontalieri assume grande rilevanza». Ma non è l’accordo a preoccupare il deputato, che mette in fila tutte le questioni ancora aperte su cui si chiede al governo di «impegnarsi per ottenere i chiarimenti» dalla controparte elvetica. Dalle «decisioni inaccettabili, lesive dei principi di libera circolazione delle persone» prese dal Canton Ticino, come l’obbligo per i neoassunti italiani di presentare il certificato dei carichi pendenti,

l’avvio dell’elaborazione da parte del Consiglio di Stato del Ticino di una clausola restrittiva sul reddito dei cittadini italiani lì occupati, mediante una maggiorazione del trattamento fiscale, o la volontà di introdurre su base cantonale un limite restrittivo di quote di frontalieri. E ancora, la nuova «legge sulle imprese artigianali che ostacola la libera circolazione delle imprese estere in Canton Ticino» e che penalizza circa 15mila lavoratori italiani, ma anche la questione del pagamento della sanità lombarda per i frontalieri. Problemi che la politica, l’appello di Marantelli, deve «risolvere» invece che dividersi, rimpallandosi le responsabilità tra Roma e Milano. Nella consapevolezza che «l’attuale confusione non giova a nessuno, apre soltanto varchi alle polemiche, al populismo, alla preoccupazione, peraltro giustificata, di molte persone».

Ecco perché la mozione del Pd chiede al governo «un chiarimento formale alla Confederazione sulle decisioni discriminatorie del Ticino», che per Marantelli sono ispirate da atteggiamenti xenofobi, ma anche che nella legge di ratifica siano contenute disposizioni legislative molto chiare per «l’introduzione della franchigia per i lavoratori frontalieri», per «assicurare ai Comuni di frontiera l’erogazione dell’equivalente dell’attuale ristorno», per la «realizzazione dello statuto del frontaliere» e per la sospensione di «un’impropria modalità di pagamento» per l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale da parte dei frontalieri.