«I voucher creano alti livelli di precarietà e certificano i costi proibitivi del lavoro»

Anche l’ad di Openjobmetis Rosario Rasizza si inserisce nel dibattito sulla modalità di pagamento delle prestazioni occasionali

Il referendum sull’abolizione dei voucher voluto dalla Cgil e ammesso dalla Corte Costituzionale, ha scatenato il dibattito sul reale utilizzo di questa modalità di pagamento dei lavoratori che svolgono prestazioni occasionali. La crescita esponenziale dei voucher fa pensare che questo strumento venga in realtà utilizzato furbescamente anche per regolare altri rapporto di lavoro di natura continuativa. Per evitare il referendum, che ovviamente prevede un quorum e che si dovrà tenere in una data compresa tra la metà

di aprile e la metà di giugno 2017, il Parlamento e il Governo possono introdurre delle modifiche sostanziali alla legge, nel senso richiesto dai promotori della consultazione referendaria. Nell’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni è già in corso una riflessione su quali eventuali modifiche introdurre per regolare i voucher e ricondurli al loro spirito originario, che era quello di evitare che certe prestazioni lavorative occasionali venissero pagate in “nero”. Nel dibattito in corso, si inserisce anche Rosario Rasizza, amministratore delegato di Openjobmetis, l’agenzia per il lavoro con sede a Gallarate, nella sua veste di presidente di Assosomm, l’associazione di categoria delle agenzie per il lavoro. «Accogliamo con favore l’impegno del Governo, che ha come obiettivo la limitazione e l’uso sensato dei voucher – afferma Rasizza – le recenti modifiche hanno permesso che venissero utilizzati indiscriminatamente, creando un livello di precarietà, in termini di retribuzione e tutela del lavoratore, senza precedenti, se non addirittura di “nero”». Resta da vedere se il Governo Gentiloni da un lato e la Cgil dall’altro riusciranno a trovare una quadra, evitando il ricorso alle urne; il presidente di Assosomm appoggia il tentativo dell’esecutivo. «Ci auguriamo fortemente che la revisione delle normative attuali porti a un risultato virtuoso, sia per i lavoratori sia per le aziende» commenta con il consueto pragmatismo Rasizza, il quale, ancora una volta, mette al centro della discussione il vero problema del mercato del lavoro italiano, ovvero l’elevato costo del lavoro. «Le aziende devono essere supportate con la diminuzione dei costi del lavoro – conclude il presidente di Assosomm – perché non dobbiamo dimenticarci che il ricorso spregiudicato ai voucher deriva anche dal fatto che l’assunzione delle risorse umane ha costi spesso proibitivi».n