Il premier vuole togliere Imu e Tasi, ma per i commercianti c’è l’incubo Iva

L’annuncio di Renzi scuote anche la città. I sindacati: «Tagli gli sprechi». Negozianti preoccupati per il salasso: «Per noi è una spada di Damocle»

Mentre il premier parla di un orizzonte senza Imu e Tasi sulla prima casa, per i commercianti la vista si apre su ben altro scenario, quello dell’ulteriore aumento dell’Iva che – se non interverranno modifiche – scatterebbe dal prossimo anno. E per il sindacato? Qui il problema resta quello di sempre: meglio sarebbe pensare a un sistema dove le tasse siano pagate da tutti e dove i tagli siano fatti sugli sprechi. Il sasso gettato nello stagno dal presidente del Consiglio nei giorni scorsi tocca un nervo scoperto per tutte le categorie economiche che della riduzione del carico fiscale fanno il loro mantra.

Ma davvero è arrivato il momento in cui Imu e Tasi hanno le ore contate o ci sono altri nodi da sciogliere in fretta? E quali sfide possono dirsi prioritarie per l’autunno? «Per noi – risponde di – c’è tanta carne al fuoco in questo momento, a cominciare dal programmato aumento dell’Iva». Un tasto che per chi ha un negozio rappresenta una spada di Damocle: «Se i governo non fa nulla per trovare il modo di scongiurare il nuovo aumento –

dice Parravicini – il contraccolpo sui prezzi e quindi sui consumi sarà inevitabile». E la prospettiva di scontrini più pesanti ha un cattivo sapore anche per i cittadini sui quali grava anche la minaccia, entro l’inizio del 2016, degli aumenti delle accise sui carburanti e l’incremento degli acconti Irpef e Ires. Per scongiurare l’aumento dell’Iva, in soldoni, stiamo parlando di recuperare altri 22,4 miliardi di euro entro la fine dell’anno.
Senza contare che entro la fine di quest’anno dovranno essere reperiti altri 1,5 miliardi per estendere anche per il 2016 la decontribuzione totale a beneficio delle aziende che assumono a tempo indeterminato e altri 2,1 miliardi per consentire, dopo le sentenze della Consulta, sia la reindicizzazione delle pensioni sia il rinnovo dei contratti dei lavoratori del pubblico impiego. «Per noi quella dell’Iva è una priorità – dice Parravicini – che viene prima di qualsiasi altro discorso». Tra i desiderata per l’autunno che verrà, e per un’agenda che tenga davvero presenti le esigenze del commercio, vi è poi lo snellimento della burocrazia. «Una burocrazia troppo complessa porta anche ad avere meno certezza su controlli – dice il commerciante – creando così situazioni in cui a fare le spese sono proprio i più onesti». Solo in terza battuta potrebbe starci anche un taglio a Imu e Tasi sulla prima casa. «L’importante è che si tratti di veri tagli e non di una manovra per dar vita ad altre tasse che inglobino le precedenti».

Ma il tema dei tagli sulle tasse che gravano sulla casa interessa da vicino soprattutto i lavoratori, per i quali un alleggerimento significherebbe una boccata di ossigeno in un periodo come questo. «Più che parlare di meno tasse – dice , segretario – occorre parlare di fare in modo che siamo davvero tutti a pagare. Certo è che una riforma fiscale è più che mai necessaria nel nostro Paese». Per il sindacato la tassazione sulle famiglie italiane ha un peso eccessivo e si mangia troppe risorse. Di sicuro un alleggerimento sarebbe auspicabile. «Occorre però che sul fronte dei tagli si faccia attenzione – dice ancora Larghi – perché è opportuno pensare a razionalizzare la spesa ed evitare gli sprechi a tutti i livelli piuttosto che andare a tagliare i servizi per i cittadini».