Incubo call center? Ecco come difendersi

Telefonate insistenti nei momenti meno graditi. Offerte super convenienti che nascondono “guai”. Da oggi è possibile nascondere il proprio numero

– Il telefono suona spesso, troppo spesso. E soprattutto alle ore meno gradite: durante la cena o appena siamo rientrati dal lavoro, in pausa pranzo o mentre siamo sul punto di uscire. È l’assedio del call center, avanguardie del telemarketing dalla offerte imperdibili. Abbonamenti super convenienti, cambi di gestore che ci faranno risparmiare in modo significativo, mirabolanti occasioni da non perdere.

Da una parte del filo ci sono lavoratori la cui vita professionale è stata raccontata nei toni agrodolci da Paolo Virzì nel film “Tutta la vita davanti”. Da questa parte ci sono i consumatori, bersagliati da un numero a volte imbarazzante di squilli e proposte di ogni tipo.
Per mettere d’accordo tutti e bilanciare le esigenze delle aziende – che vogliono promuovere i loro prodotti – e dei consumatori- che non sempre gradiscono le intrusioni –

una disposizione di legge del 2010 (dpr 178/2010) ha istituito il Registro delle Opposizioni.
Si tratta di un registro al quale è possibile iscriversi al fine di rendere “invisibile” alle società di telemarketing il proprio numero di telefono, benché esso sia presente sugli elenchi telefonici pubblici. Ogni 15 giorni gli operatori sono tenuti ad aggiornare i loro elenchi al fine di rispettare la volontà dei consumatori. E i numeri dicono che sono sempre più numerosi coloro i quali adottano questa soluzione. Attualmente sono un milione e 300 mila gli utenti che hanno ricorso a questa iscrizione che può essere fatta sia via web (da qui è passato il 58% delle richieste), via numero verde (nel 36% dei casi le persone hanno chiamato l’800.265.265) oppure ancora via fax, mail o raccomandata (il 6% dei casi).
Attenzione però a quando diamo il nostro consenso all’uso del numero di telefono nella stipula di contratti o nella sottoscrizione di tessere di fidelizzazione o raccolte punti: in questo caso, infatti, la nostra firma implica spesso anche un consenso all’utilizzo del numero telefonico per promozioni di tipo commerciale. «Il consiglio che diamo – dice Marisa Mentasti, responsabile dello sportello Adiconsum di Varese – è quello di iscriversi al registro delle opposizioni e comunque, nel caso si venga contatti, occorre evitare di fornire dati personali anche solo rispondendo di sì alle domanda sulla propria identità o sul luogo di residenza». Si tratta infatti di un modo subdolo per ottenere il consenso della persona contattata con la registrazione della sua voce durante la telefonata. Nel caso di dubbi, e quando vi è il timore di essere incappati per errore in un cambio di gestore non voluto, esiste un numero verde di Adiconsum al quale è possibile rivolgersi per sapere se ciò è realmente accaduto e, in tal caso, si hanno 14 giorni di tempo per esercitare il diritto di recesso.

«Dal giugno di quest’anno – aggiunge dal canto suo Francesco De Lorenzo dello sportello Federconsumatori – è in vigore anche in Italia una direttiva europea che impone la presenza della firma scritta per la validità del contratto. Pertanto la sola registrazione vocale può portare all’annullamento del contratto». Il consiglio, nel caso si sia in cerca di offerte migliori, è quello di recarsi personalmente in un centro autorizzo, ad esempio per la telefonia, per sottoscrivere il nuovo contratto accertatosi inoltre che nella pratica sia indicato il recesso dal vecchio contratto, altrimenti si rischia di pagare due volte. Occhi e orecchie aperte, dunque, per evitare di incappare in spiacevoli incidenti.