La voluntary disclosure fa il botto. E “frena” i controlli fiscali a Varese

Il caso - Secondo il sindacato Usb il carico di lavoro per le Entrate (63mila domande) ridurrà le verifiche ordinarie

– La voluntary disclosure, la collaborazione volontaria, ovvero la possibilità, voluta dal governo italiano, per i contribuenti italiani che detengano capitali illeciti all’estero di sanare la loro posizione con il fisco, ridurrà drasticamente i controlli fiscali tradizionali in Lombardia?
Leggendo i dati diffusi dall’Usb, il sindacato del pubblico impiego, agenzie fiscali lombarde, la risposta non può che essere affermativa. In Lombardia, l’Agenzia delle Entrate è impegnata nel disbrigo di circa 63mila domande di collaborazione volontaria; con la stragrande maggioranza dei dipendenti impegnati su questo fronte, che ha ovviamente una scadenza da rispettare, quella del 31 dicembre di quest’anno, è inevitabile che l’attività di verifica ordinaria su piccole e medie imprese, partite Iva, liberi professionisti, persone fisiche ed enti non commerciali subirà delle pesanti flessioni.

Una sorta di congelamento indiretto dei controlli fiscali, di fatto un “tana liberi tutti”, con un calo delle verifiche che potrebbe toccare in alcuni casi del 90% e che potrebbe andare anche oltre il 31 dicembre 2016, visto che l’arrivo di una nuova procedura legata alla voluntary disclosure potrebbe prolungare i termini di chiusura delle pratiche.
Secondo il sindacato Usb, le verifiche nelle sedi di aziende, lavoratori autonomi ed enti non profit scenderanno nelle direzioni dell’Agenzia

più grandi con una percentuale variabile tra il 30% e il 60%; dovrebbero restare invariate invece, le attività di controllo fiscale sui grandi contribuenti, con un volume d’affari superiore ai 100 milioni di euro.
Quel che è certo, è il calo degli avvisi di accertamento in materia di Irap, Ires e Irpef. Per quanto riguarda la provincia di Varese, il calo dei controlli fiscali raggiungerà la percentuale del 75%, una delle più alte a livello regionale, al pari di Como. Ancora meno controlli ordinari saranno effettuati a Lecco (78%), Lodi (77%), Mantova (82%), Milano in entrambe le direzioni (78%) e (81%), Monza (78%) e Sondrio (77%). Il sindacato Usb ha riconfermato lo stato di agitazione, che si fonda anche su altre questioni sindacali, come il piano di razionalizzazione degli uffici da attuarsi entro la fine del 2016.
«Da un confronto tra i dati del 2015 con quelli del 2016 – spiega il sindacato in un comunicato – emerge un’impressionate differenza in negativo di accertamenti e verifiche programmati, con tagli che arrivano anche al 90%, il che comporterà inevitabili conseguenze sia in termini di lotta all’evasione fiscale sia in termini retributivi per i lavoratori».

Una situazione di netto allentamento delle verifiche fiscali, che riguarderà anche la provincia di Varese. La Lombardia del resto, è la regione italiana che più di tutte le altre ha aderito alla voluntary disclosure voluta dal Governo.
Il 50% del totale nazionale è arrivato dalla nostra regione per un totale di 27 miliardi di euro emersi e un gettito atteso di 1.8 miliardi di euro. Un carico di lavoro enorme per i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate, da completare tassativamente entro il 31 dicembre 2016, che assorbirà le giornate dei funzionari almeno fino alla fine di quest’anno, lasciando indietro così le attività di controllo fiscale ordinarie.