«Le aziende vanno in Svizzera Alleggeriamo fisco e burocrazia»

Il lavoro e lo sviluppo nelle province di confine è diventato tema parlamentare. Con l’idea di una zona di sperimentazione a burocrazia zero per compensare il vantaggio competitivo offerto dalla Confederazione Elvetica.

Angelo Senaldi ha portato l’argomento in commissione Attività produttive della Camera dei deputati con un’interrogazione ai ministeri dello Sviluppo e dell’Economia. «Vogliamo sapere se il governo intenda mettere in campo un programma di defiscalizzazione e sbuocratizzazione dei processi amministrativi per favorire la permanenza delle imprese nei nostri territori» spiega il parlamentare gallaratese. Ne sarebbero coinvolte le province di Varese, Como, Sondrio, Lecco, Verbano-Cusio-Ossola.

Nell’ultimo periodo più di 300 aziende si sono spostate dalla provincia di Varese al Canton Ticino dove trovano un sistema fiscale, contributivo e amministrativo vantaggioso e incentivi per le attività che investono in settori ad alto contenuto tecnologico.

Procedure amministrative semplici e veloci, un regime di tassazione ordinario per effettività attività, un’aliquota Iva al 7,6 %, ma anche minori costi energetici, sono soltanto alcuni dei fattori positivi che invogliano le imprese italiane a delocalizzare. A tutto danno dei territori nostrani che si impoveriscono e continuano a perdere occupazione.

Ecco allora l’interrogazione, sottoscritta anche da altri deputati lombardi, per conoscere le azioni del governo volte a favorire il mantenimento delle imprese sul territorio italiano. «Se il Governo ritiene possibile una rimodulazione della imposizione fiscale, in particolare dell’Irap, per le zone di confine individuate come aree a rischio di delocalizzazione». E se non ci possa essere una zona “a burocrazia zero” nelle terre di confine.

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